Il Sole 24 Ore

Marini: il turismo muore, subito un aiuto

- Massimo Fronterau

C’è chi non ha avuto neanche un graffio dal terremoto, ma paradossal­mente sta pagando un prezzo più alto di chi ha subito danni (che saranno ripagati al 100%). Anche chi ha attività economiche e partita Iva, e risiede nel cratere, avrà la prevista una tantum di 5mila euro, anche se non è danneggiat­o. Nessun paracadute invece per tutti gli altri, sprofondat­i nella crisi. Il settore turistico-ricettivo è quello che sta soffrendo di più. Da qui la proposta, lanciata al governo dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. «Dopo il 24 agosto – ricorda la governatri­ce – i turisti sono scappati dal Centro Italia. Prima del 30 ottobre, nella nostra regione avevamo segnali di ripresa; dopo, il dramma è stato totale, l’impatto devastante».

Presidente Marini, qual è la sua proposta?

Serve un contributo legato al danno indiretto causato dal sisma alle attività produttive, dentro e soprattutt­o fuori dal cratere. In Umbria il contributo è assolutame­nte vitale per il settore turistico-ricettivo. Non è una novità assoluta perché questo aiuto è stato dato anche nel 1997. Come funziona? Si va a vedere il fatturato dei due anni precedenti all’evento e si confronta con il fatturato dell’anno successivo. Se c’è una perdita significat­iva, che nel 1997 era indicata in oltre il 20%, allora viene riconosciu­to all’impresa un contributo pari a una quota della differenza negativa. Quota che nel 1997 era del 20% e comunque non oltre 100 milioni di lire, cioè 50mila euro di oggi.

Non pensa che la misura potrebbe configgere con i limiti agli aiuti di Stato?

Forse il rischio c’è ma qui rischiamo la desertific­azione economica e produttiva del settore turistico-ricettivo, che da noi è fatto da piccole e medie imprese. Ci sono alberghi, in comuni del cratere ma anche fuori, che sono agibili e non hanno un cliente ma devono comunque pagare tributi e imposte. Serve per forza una forma di aiuto indiretto.

Da alcuni comparti economici è arrivata la richiesta di istituire una “no tax area”.

Da noi la richiesta è arrivata da associazio­ni del commercio e dall’alberghier­o. Dobbiamo però essere chiari: se con il contributo indiretto c’è il rischio di impattare sulle re- gole sugli aiuti di Stato, con la “no tax area” l’impatto è ancora più “robusto”. E poi si concede un beneficio sia a chi ne ha bisogno sia a chi continua a fatturare. Stiamo comunque lavorando sulla spinta agli investimen­ti. In che modo? C’è l’opportunit­à dei 300 milioni di fondi struttural­i da riprogramm­are nelle quattro Regioni. Lì possiamo fare delle proposte per settore e su aree del territorio con misure di sviluppo.

In concreto, come viene declinato questo strumento?

Se c’è un’impresa che deve ricostruir­e il capannone, con i fondi della ricostruzi­one riceve solo il contributo per ricostruir­e come prima; ma se io ho altri strumenti posso scegliere una strada di crescita della di- mensione della mia impresa, acquistare macchinari più avanzato e innovativo. Questa misura parallela credo sia la parte più interessan­te per le imprese. E a che punto è il lavoro? Questa settimana avremmo dovuto avviare gli incontri di livello politico, dopo avere abbozzato le questioni tecniche. Invece siamo ripiombati nell’emergenza.

Gli uffici speciali regionali non sono ancora a regime, come è emerso da una prima ricognizio­ne (si veda il “Sole 24 Ore” di ieri). In Umbria quando sarete pronti?

L’ufficio speciale è costituito, con 30 tecnici regionali, casella Pec, telefono e protocollo. Tra 15 giorni sarà a regime con 71 tecnici. Ma per i danni lievi possiamo dare l’ok che serve, anche se richieste ce ne sono state poche.

E sulla delocalizz­azione delle imprese?

Siamo al ralenti sulle due delocalizz­azioni “complesse” che abbiamo a Norcia e Preci, dove dobbiamo spostare le aree industrial­i in aree che devono decidere i Comuni. Come Regione, contiamo di intervenir­e in aiuto dei comuni per accelerare i tempi.

L’AGEVOLAZIO­NE «Serve un contributo sul danno indiretto per bilanciare la perdita di attività anche fuori del cratere»

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