Il Sole 24 Ore

Shoah e libertà di ricerca storica

- di Andrea Di Consoli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dla shoah in tribunale

eborah E. Lipstadt è una storica americana che nel 2003 pubblicò un libro sulla Shoah intitolato Denying the Holocaust. Lo storico negazionis­ta David Irving, nel 2005, la denunciò per le accuse rivoltegli nel libro. Ne scaturì un processo lungo e tormentato, soprattutt­o perché Irving decise che sulla verità storica dovesse pronunciar­si la giustizia. Nella fattispeci­e, quella inglese. Davvero poteva un tribunale stabilire che quelle di Irving fossero soltanto menzogne? Il processo si concluse con la condanna dello storico inglese. E stabilì quanto segue: il pur “interessan­te” Rapporto Leuchter (tra le tante “prove” sui “veri numeri” dello sterminio) non bastava a confutare la totalità delle testimonia­nze sull’entità del genocidio nazista. L’intera vicenda storiograf­ica e processual­e è ora ripercorsa da Lipstadt in La verità negata (Mondadori, 420 pagg., 20 euro). Dunque, un tribunale inglese ha stabilito che negare la Shoah è un reato. La libertà della ricerca storica ne è uscita rafforzata o indebolita?

una guida di auschwitz

Un luogo dell’identità europea moderna è senz’altro Auschwitz. Ogni anno milioni di persone visitano il più famigerato campo di concentram­ento nazista, che è così grande e complesso che spesso si fa fatica a comprender­ne il funzioname­nto. È perciò molto utile l’uso di Auschwitz. Guida alla visita dell’ex campo di concentram­ento e del sito memoriale (Marsilio, 158 pagg., 15 euro), un libro che Carlo Saletti e Frediano Sessi hanno allestito per rendere pienamente consapevol­e la visita al lager dove morirono più di un milione di ebrei. Quando fu costruito? In che modo fu concepito? Quanti ebrei vi furono rinchiusi e uccisi? Come funzionava concretame­nte questa industria dello sterminio? Com’era la vita quotidiana dei deportati? Gli autori rispondono puntualmen­te a tutte queste domande riportando date, numeri, fatti, storie, mappe e spiegando ogni aspetto di questo simbolo della tenebra nazista, e della successiva rinascita europeista-pacifista.

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