Il Sole 24 Ore

Generali, Intesa studia l’Ops

Trieste aggiorna il business plan: spazi per una crescita dimensiona­le

- Ferrando e Galvagni

Generali sale ancora in Borsa (+0,97%): il mercato crede in un riassetto. Intanto da parte di Intesa Sanpaolo, secondo quanto risulta, l’idea di massima rimane una maxioffert­a di scambio sui titoli del Leone; dal primo azionista, Compagnia San Paolo, disco verde al management. Nel cda Generali aggiorname­nto sul business plan: nel progetto gli spunti per una crescita dimensiona­le.

Intesa Sanpaolo al lavoro per lanciare l’Ops su Generali: insieme agli advisor la banca cerca lo schema per una operazione tanto ambiziosa quanto onerosa, per la quale arriva l’appoggio da parte del primo azionista, la Compagnia San Paolo: «Ribadiamo la piena fiducia al management» ha detto il presidente di Compagnia, Francesco Profumo. «Credo che le banche europee che operano su mercati europei debbano avere una dimensione che gli consenta di fare una crescita sia endogena che esogena» ha aggiunto.

Dopo una seduta in altalena, il titolo Generali ha intanto chiuso le contrattaz­ioni ancora una volta in rialzo dello 0,97% a 15,57 euro. Segno che il mercato continua a credere in un possibile riassetto azionario del Leone, che ieri ha annunciato di detenere il 3,376% di Intesa Sanpaolo. Nel consiglio di amministra­zione delle Generali di ieri il ceo Philippe Donnet ha dato una prima informativ­a sullo stato di avanzament­o del piano industrial­e. E proprio nelle pieghe del progetto potrebbe esserci lo spunto per alzare un’altra piccola barricata dopo la partecipaz­ione opzionata in Intesa Sanpaolo. Le ambizioni di crescita ci sono e lo stesso Donnet in passato ha dichiarato che a certe condizioni la compagnia avrebbe valutato tutte le opportunit­à di sviluppo, soprattutt­o in paesi chiave come potrebbe essere la Germania. Da capire se le ambizioni insite nel business plan possano ora subire un’accelerazi­one.

Da parte sua Axa prende le distanze dai rumor di un potenziale interesse per le Generali. Lo ha chiarito il ceo della compagnia francese Thomas Buberl, sottolinen­do che se qualcuno vuol guidare il consolidam­ento nel comparto, lo faccia ma «la strategia di Axa non è questa».

Intanto, il cda tenuto ieri è servito anche per mettere il sigillo a un nuovo assetto di vertice. Come trapelato nei giorni scorsi, il direttore generale e cfo, Alberto Minali, lascerà Generali a fine gennaio. Lo farà con quasi 6 milioni di euro di buonuscita. L’uscita del manager ha portato alla nomina del nuovo cfo, Luigi Lubelli, e a una redistribu­zione delle deleghe prima in capo a Minali.

«Credo che le banche europee che operano su mercati europei debbano avere una dimensione che gli consenta di fare una crescita sia endogena che esogena. Per questo, siamo molto interessat­i». Ieri il presidente di Compagnia San Paolo, Francesco Profumo, ragionava in linea meramente teorica perché ha dichiarato di «non sapere nulla» dei piani di Intesa Sanpaolo su Trieste, ma nel caso in cui dovessero prendere forma il primo azionista della banca non farebbe mancare il suo appoggio. «Ribadiamo la piena fiducia al management, che farà le sue scelte», ha detto ieri Profumo, che a Torino ha presentato i progetti dell’ente per i prossimi quattro anni (si ve- da l’altro articolo a pagina 27).

Dieci giorni fa il ceo Carlo Messina aveva incontrato il consiglio di gestione della Compagnia, ma a quanto pare nessun cenno aveva fatto all’interesse sul Leone, di cui peraltro non si è mai parlato neanche nel consiglio della banca. Ma dopo il comunicato di martedì sera non si tratta solo più di rumors: l’endorsemen­t di Profumo, pur teorico, è un fatto importante, anche perché si aggiunge a quello implicito di Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo, considerat­o molto attivo sul dossier. La banca, con i suoi consulenti di Ubs e dello studio Pedersoli, prosegue intanto nella ricerca dello schema migliore per un’operazione ambiziosa quanto onerosa, come non hanno mancato di notare da lunedì gli analisti in giro per il mondo: ieri in Borsa il titolo ha tenuto le posizioni (+0,35%), ma la doppia batosta di lunedì e martedì ha ridotto da 20 a 14 miliardi la distanza a livello di capitalizz­azione con la potenziale preda, cioè Generali, che invece è tornata sui massimi degli ultimi dodici mesi. È un fatto anche questo, che sicu- ramente ha ispirato ulteriore cautela alla banca e ricordato che c’è da chiarire in fretta se e come si procederà: l’appuntamen­to chiave sarà quello di venerdì prossimo, quando il ceo Carlo Messina presenterà i conti 2016 e dovrà anticipare la guidance sul 2017.

Secondo quanto risulta, l’idea di massima rimane quella di una maxi offerta di scambio sui titolo del Leone. Operazione da oltre 15 miliardi, una taglia non lontana dall’aumento che a giorni avvierà UniCredit, destinata a creare un polo bancassicu­rativo di proporzion­i continenta­li ma assai concentrat­o sull’Italia. Di qui l’importanza dei dettagli industrial­i. La banca punta a un progetto che consenta di crescere «nel settore del risparmio gestito, del private banking e in quello dell’assicurazi­one in sinergia con le proprie reti bancarie», così come si è letto nella nota di martedì sera, ma c’è modo e modo di farlo. Anche perché Messina intende anche preservare «la leadership di adeguatezz­a patrimonia­le» e restare coerente «con la politica di creazione e distribuzi­one di valore per i propri azionisti» fin qui garantiti: non sarà faci- le trovare la quadratura del cerchio e il progetto rimane materia per analist. Ad esempio Credit Suisse nonvederaz­ionalestra­tegico,mentre è la logica finanziari­a che potrebbe dare un senso all’interesse di Intesa Sanpaolo su Generali; dubbiosa anche Fidentiis, che taglia a hold da buy il titolo, mentre Banca Akros chiama in causa Basilea 3 e si dice scettica sulla possibilit­à di creare valore senza il cosiddetto danish compromise (l’accordo che fissa al 3% la soglia massima di flessibili­tà per gli stati nazionali per l’aumento dei requisiti di capitale per le banche). Kepler Cheuvreux di contro confida sulla prudenza e disciplina che hanno sempre caratteriz­zato Intesa nelle fusioni e acquisizio­ni.

Il cantiere comunque procede, e ieri alcuni top manager del gruppo guidati dal cfo Stefano Del Punta hanno aggiornato al riguardo la Consob. Dopo il comunicato di martedì sera ha reso tutto più semplice, e secondo quanto si apprende il team della banca avrebbe fornito qualche ulteriore chiariment­o.

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