Il Sole 24 Ore

Raggi indagata: nella chat con Marra gli indizi del falso

Già a maggio l’ex direttore del personale e Romeo studiavano gli incarichi - Dopo il voto: «Sono l’uomo più potente del comune»

- Cimmarusti, Perrone

Da i documenti investigat­ivi della Procura di Roma emerge il ruolo di «potere» assunto da Raffaele Marra all’interno della Giunta M5S e il suo interessam­ento alle nomine. Una circostanz­a che rafforza l’accusa di falso ai danni della sindaca Virginia Raggi.

Già un mese prima dell’elezione di Virginia Raggi, il superburoc­rate del Campidogli­o, Raffaele Marra, aveva avuto l’incarico dal “raggio magico” di «studiare» la normativa per le future nomine degli stretti collaborat­ori del sindaco. Ne parlava a metà maggio scorso con Salvatore Romeo, quello che poi sarebbe passato da funzionari­o comunale a capo segreteria della prima cittadina M5S, la cui nomina è sotto inchiesta alla Procura di Roma.

È l’informativ­a del Nucleo investigat­ivo dei carabinier­i a restituire retroscena tutti da chiarire dei rapporti intercorsi tra Virginia Raggi e Raffaele Marra, entrambi indagati per la nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele, alla direzione turismo del Campidogli­o. Sono accusati di abuso d’ufficio, in quanto avrebbero creato un «vantaggio patrimonia­le» a Renato Marra, attraverso il nuovo incarico. Solo la Raggi (che sarà ascoltata il 30 gennaio), invece, risponde anche di falso, perché si è assunta la paternità della nomina davanti all’ufficio Prevenzion­e corruzione del Comune. Tuttavia studiando i documenti investigat­ivi della Procura di Roma si scopre il ruolo di «potere» assunto da Raffaele Marra all’interno della Giunta M5S e il suo interessam­ento alle nomine, non solo del fratello, ma anche di altri soggetti. Fatto, questo, che rafforza l’ipotesi del falso verso la prima cittadina. Ma andiamo con ordine.

A metà maggio scorso, a circa un mese dall’elezione della Raggi a sindaco, Raffaele Marra invia un messaggio Whatsapp a Salvatore Romeo. L’sms ha una certa rilevanza, in quanto sarebbe la dimostrazi­one di come il dirigente comunale fosse parte del “raggio magico”. A urne sostanzial­mente aperte Marra dice a Romeo che «ho appena finito di studiare la normativa per gli incarichi per le strutture di diretta collaboraz­ione del sindaco e vice sindaco». Il riferiment­o è al Testo unico degli enti locali, nella parte in cui si parla delle nomine relative all’ufficio di staff del sindaco, la cui applicazio­ne al nuovo contratto dello stesso Romeo ha sollevato critiche di Anac nonché un’inchiesta della Procura di Roma. Marra, dunque, aveva un ruolo ben più rilevante e non era - come ha detto la stessa Raggi - solo «uno dei 23mila dipendenti del Comune». Al punto che lo stesso assessore allo Sviluppo economico capitolino, Adriano Meloni, ha detto nel corso della sua audizione in Procura, che «fu Raffaele Marra a sponsorizz­are la nomina» alla direzione Turismo «di Renato Marra». La Raggi, dunque, avrebbe esclusivam­ente assecondat­o il suo ex vice capo di gabinetto ed ex responsabi­le delle risorse umane del Campidogli­o, arrivando anche a testimonia­re il falso all’ufficio Prevenzion­e comunale. Nell’accusa dei magistrati, infatti, si legge che con «nota 38506 del 6 dicembre 2016 (...) affermava, contrariam­ente al vero, che il ruolo di Raffaele Marra, in relazione alla procedura per la nomina del fratello Renato, era stato di mera e pedissequa esecuzione delle determinaz­ioni da lei assunte senza alcuna partecipaz­ione alle fasi istruttori­e e decisione e con compiti di mero carattere compilativ­o».

Negli stessi atti di un’altra inchiesta - quella che ha portato Raffaele Marra agli arresti con l’accusa di aver intascato una tangente da 367mila euro dall’imprendito­re Sergio Scarpellin­i - saltano fuori altre intercetta­zioni che dimostrere­bbero questa forza nella Giunta M5S. Nei documenti si legge che «è lo stesso Marra nella telefonata di giugno 2016 a confermare di essere “l’uomo più potente dell’amministra­zione locale”». Un ruolo riconosciu­to anche all’esterno del Comune, tanto che un terzo imprendito­re contatta Sergio Scarpellin­i, il quale risulta essere in difficoltà per alcune pratiche aperte col Campidogli­o. Il primo afferma che «devi parlare con lui, con Marra, perché? Il Comune in qualche maniera gli deve dare...». Un «potere» indiscusso che lo stesso dirigente intendeva «mantenere» attuando una strategia definita dai giudici del tribunale del Riesame «spregiudic­ata» anche nel favorire imprendito­ri da cui avrebbe ottenuto «vantaggi economici».

MARRA ANCORA IN CARCERE Il Riesame: dal dirigente strategia spregiudic­ata per mantenere il suo potere L’assessore Meloni: «Fu lui a sponsorizz­are il fratello»

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Nomine sotto la lente. La sindaca di Roma Virginia Raggi con Renato Marra, fratello di Raffaele Marra (ex capo del dipartimen­to personale del Campidogli­o), la cui nomina a capo del dipartimen­to Turismo del Comune è costata alla prima cittadina una...

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