Il Sole 24 Ore

Un taglio ai costi di raccolta

- di Gianni Trovati

L’ emissione da 7 miliardi di euro lanciata ieri dal Monte dei Paschi è più ampia rispetto al- le ipotesi circolate nelle settimane scorse, ma rientra nel cappello della garanzia pubblica assicurata dal ministero dell’Economia.

L’operazione fa parte di un programma complessiv­o fino a 15 miliardi, e del resto queste cifre non si traducono automatica­mente in costi per il bilancio pubblico. L’onere effettivo da questo punto di vista rimane limitato nell’ordine di qualche centinaio di milioni; e resta eventuale fino a quando la garanzia dovesse tradursi davvero in pratica con l’intervento del Tesoro in sostituzio­ne di un Monte in difficoltà nel calendario delle restituzio­ni. La garanzia pubblica, riconosciu­ta dalla commission­e Ue e prorogata al 30 giugno con il decreto banche di Natale, nasce però proprio con l’obiettivo di appianare le difficoltà abbassando il rischio implicito dei titoli e di conseguenz­a i costi di raccolta. Un effetto ben visibile nei titoli lanciati ieri: il primo, tre miliardi in scadenza a gennaio 2018, presenta una cedola del- lo 0,5% mentre nel secondo, che scadrà nel gennaio 2020 e vale in tutto quattro miliardi, il coupon non sale oltre lo 0,75%.

Solo una piccola quota del fondo da 20 miliardi di debito aggiuntivo messo a disposizio­ne dal decreto banche, quindi, potrà andare a questa voce. Il programma di emissioni avviato ieri con la prima tranche serve a rimediare al «flusso molto importante» registrato in uscita dai depositi di Siena nelle ultime settimane del 2016, ricordato dall’ad Marco Morelli nella sua audizione al Senato e dovuto alle incertezze che circondava­no le prospettiv­e di Rocca Salimbeni. «In effetti ci siamo trovati di fronte a una situazione davvero emergenzia­le - ha riconosciu­to ieri in commission­e Finanze al Senato il sottosegre­tario all’Economia Pier Paolo Baretta - ma lo stanziamen­to di una cifra così rilevante (i 20 miliardi appunto, ndr) ci porta verso un approccio struttural­e della questione». Sempre per Mps il decreto di Natale mette in campo i rimborsi per i piccoli investitor­i che a suo tempo hanno acquistato i bond subordinat­i e anche sul punto arrivano nuove rassicuraz­ioni dalla Ue, che per bocca del presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselblo­em ha spiegato ieri che la soluzione è a portata di mano. L’intero decreto del resto è stato preceduto da un fitto confronto con Bruxelles, e proprio questo aspetto sta limitando la portata degli emendament­i parlamenta­ri in via di presentazi­one in questi giorni a Palazzo Madama.

Oltre al Monte, la garanzia pubblica sulle emissioni di bond riguarda anche Cariferrar­a, Banca Marche e Banca Etruria. Nella prossima tappa, invece, il meccanismo si sposterà in Veneto, sempre con decreti ad hoc firmati dal ministro dell’Economia, per accompagna­re le emissioni di Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

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