Il Sole 24 Ore

UniCredit vola in Borsa. Si stringe sull’aumento

- Marco Ferrando

pL’effetto- Mediobanca trascina UniCredit, che ieri ha portato a casa un rimbalzo dell’8,9% fino a quota 29,3 euro, i massimi da maggio. C’è da stupirsi, a maggior ragione se si considera che Piazza Gae Aulenti si trova ormai a poche settimane dall’aumento di capitale da 13 miliardi: è il più grande di sempre per Piazza affari, in teoria - visto l’inevitabil­e sconto - il titolo dovrebbe scendere.

Ma il risiko attorno a Generali ha finito per accendere anche UniCredit. È la vecchia storia dei due litiganti e del terzo gode, in questo caso grazie al fatto di aver in pancia la prima quota del primo azionista (Mediobanca) della possibile preda, cioè Generali. A dire il vero Jean Pierre Mustier ha più volte dichiarato che la partecipaz­ione dell’8,56% in Piazzetta Cuccia non si tocca (anche perché dal regolatore non sarebbero arrivate specifiche richieste al riguardo), ma ieri il mercato ha reagito sullo scenario opposto, cioè una possibile operazione di Intesa su Generali attraverso Mediobanca, che in quel caso permettere­bbe a UniCredit di valorizzar­e la propria partecipaz­ione.

In realtà, in questa fase in cui «c’è molto da capire», come ha detto ieri l’ex ceo di UniCredit Alessandro Profumo, tutti gli scenari sono possibili, o comunque sufficient­i a indirizzar­e la borsa. Di certo c’è che Mustier sta concludend­o un road show pre-aumento che sembra aver confermato i primi riscontri positivi: ieri il manager 7 L'aumento di capitale è un incremento del capitale di una società che viene messo in campo attraverso l’emissione di nuove azioni oppure mediante un aumento del valore nominale delle azioni esistenti. Le nuove azioni emesse vengono offerte agli azionisti in proporzion­e ai titoli che questi possiedono. Ogni azionista può quindi decidere se aderire all'aumento, esercitand­o i propri diritti (i cosiddetti diritti d'opzione) oppure rinunciare, vendendo i diritti ad altri che possono aderire al suo posto all'operazione era di ritorno dagli Stati Uniti in Europa, nei prossimi giorni sono previste le ultime tappe e poi giovedì prossimo, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, il manager potrebbe fare il punto in cda. Da allora, in teoria, ogni giorno è buono per chiudere le ultime formalità e partire con l’operazione.

Che, si diceva, sembra incontrare il favore del mercato. Evidenteme­nte il piano di una Bnp in versione italo-tedesca piace, soprattutt­o là dove prevede che - dopo le maxi-svalutazio­ni - la banca si ritrovi padrona del proprio destino, cioè delle voci costi, rischi e ricavi. Un piano basic, di self-help, che al momento catalizza le forze di Mustier e della sua prima linea, e dove apparentem­ente non c’è posto per riflession­i o azioni su Mediobanca e quindi su Generali. Anche se c’è chi continua a sostenere che proprio il manager francese avrebbe esortato il Leone alla mossa di auto-difesa con il 3% di Intesa: un segnale chiaro al suo competitor domestico, o un modo per difendere l’autonomia di Trieste, con cui - in futuro - UniCredit potrebbbe avviare qualche pensata congiunta.

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