Il Sole 24 Ore

Il Colle aspetta di leggere le motivazion­i, resta l’auspicio di un accordo ampio

Mattarella non interverrà nel dibattito sulla data del voto: tutto è e resta nelle mani del Parlamento

- Li. P.

« Il presidente aspetta di leggere le motivazion­i». Era questa la laconica risposta che si sentiva dai collaborat­ori di Sergio Mattarella dopo l’uscita del dispositiv­o della Corte. Nessun commento, quindi. E soprattutt­o quell’attesa vuol dire che la Consulta nelle motivazion­i potrebbe indicare o sugggerire alcuni elementi per favorire un intervento del Parlamento. Come si sa, i giudici costituzio­nali non “creano” diritto ma guardano alle leggi censurando o no alcuni profili, rendendole applicativ­e ma senza l’ambizione di costruire le soluzioni legislativ­e migliori. Quelle, spettano al Parlamento.

Il tema dell’armonizzaz­ione dei sistemi di Camera e Senato, però, resta e potrebbe essere ribadito così come aveva già fatto la Consulta con la sentenza che bocciò in più parti il Porcellum: in quella circostanz­a scrisse della necessità di rendere omogenee le regole per evitare la formazione di maggioranz­e differenti.

Di questo aveva parlato il capo dello Stato nei suoi interventi in occasione della formazione del Governo Gentiloni e poi nel suo discorso di fine anno. In quei contesti chiarì le ragioni che impedivano un voto subito e che stavano proprio nella divergenza di due leggi elettorali (una in procin- to di essere esaminata dalla Corte) e che necessitav­ano di una « armonizzaz­ione » . Esigenza che resta.

Ma comunque resta la necessità di un intervento del Parlamento con una legge almeno su un punto del Consultell­um, quello che riguarda le preferenze, visto che un regolament­o potrebbe non bastare.

Che Mattarella ritenga auspicabil­e un accordo politico «il più ampio possibile» tra le forze parlamenta­ri è perfino scontato ma ieri lo era un po’ meno. Perché nelle dichiarazi­oni di alcuni esponenti politici sembrava potesse andare bene la decisione della Con- sulta così com’è, senza alcun contributo delle Camere e con una rinuncia delle proprie preorogati­ve e del proprio ruolo. Di certo non sarebbe l’esito favorito del capo dello Stato. Ma sul tema non sono previsti interventi del Colle per il semplice fatto che Mattarella non si arruola tra i tifosi del “non voto” come invece lo descrivono alcuni. La data delle elezioni non è un tema su cui il Quirinale farà pressioni. Tutto è e resta nelle mani del Parlamento. E soprattutt­o del partito di maggioranz­a relativa - il Pd - e del suo segretario Renzi.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy