Gentiloni alla Ue: per il sisma nuovi fondi
«I soccorritori hanno fatto il massimo, Protezione civile all’avanguardia, no a capri espiatori
Nuovi fondi per il terremoto, procedure più veloci per la ricostruzione. L’intervento del governo si muove su un doppio binario. Una trattativa con l’Unione europea, come ha spiegato ieri al Senato il presidente del Consiglio e il ministro per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, per ottenere più risorse. «Il Governo ha già stanziato oltre 4 miliardi di euro, cui si aggiungeranno altre risorse che saranno considerate spese eccezionali e, dunque, non rilevanti per l’aggiustamento strutturale chiesto al nostro Paese» ha spiegato Anna Finocchiaro al question time.
C’è poi un decreto «in arrivo la prossima settimana» con l’obiettivo di velocizzare i processi burocratici destinati a rimettere in piedi scuole, edifici pubblici e ogni altra struttura abbattuta dal sisma nell’Italia centrale. Gentiloni parla della tragedia dell’hotel Rigopiano: «È stato fatto ogni sforzo possibile: umano, organizzativo e tecnico per salvare le vite umane». Grazie alla protezione civile «all’avanguardia». Il presidente del Consiglio illustra i numeri del soccorso: «11mila le persone che si sono prodigate per raggiungere le frazioni isolate e soccorrere le persone in difficoltà, 3.581 interventi di soccorso via terra, 32 elicotteri con oltre 300 missioni». Certo, ci sono quelle «177mila utenze rimaste senza energia nel momento del picco della crisi» ed è giusto, dice il premier, verificarne le cause. Il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, annuncia la costituzione di « una commissione indipendente che, nella massima trasparenza e in coordinamento con l’autorità per l’energia, proceda a verificare sia la corretta esecuzione dei piani d’investimento per la gestione, sviluppo e manutenzione delle reti elettriche, sia la capacità di reazione alla situazione che si è verificata e all’adeguatezza delle misure messe in campo». Ieri Enel ha comunque annunciato che si è «chiusa la fase di emeregnza».
In ogni caso, sottolinea Gentiloni, il governo «non teme la verità che serve a fare meglio e non ad avvelenare i pozzi». Ritardi e responsabilità «saranno chiariti dalle inchieste» ma l’Italia, ricorda il premier, può andare orgogliosa di «una capacità di reazione all’altezza di un grande Paese. Abbiamo un sistema di Protezione civile all’avanguardia, che non è di destra o sinistra, di questo o quel governo, ma un patrimonio italiano che dobbiamo tenerci stretto». Critici in Senato M5S E Lega. «Il Centro Italia è stato sommerso da una serie di errori e sottovalutazioni» interviene in aula il senatore M5S Gianluca Castaldi. «La gente - fa eco il collega del Carroccio Paolo Arrigoni - è indignata perché è stata lasciata sola». Ma Gentiloni era stato netto. «Rivendico le decisioni prese dal governo presieduto da Matteo Renzi a partire dalla prima crisi, quella di fine agosto. Penso che bisogna muoversi in continuità con quelle scelte. Abbiamo fatto le scelte giuste e necessarie». Sul decreto «nessuno immagini che sarà un ritorno all’indietro. Sarà un passo avanti molto mirato nei suoi obiettivi: a prevenire su alcuni punti, su alcuni gangli decisivi, l’accumulo di ritardi che finora - sottolinea - non ci sono stati ma che potrebbero verificarsi. Le risorse ci sono. Ci sono 4 miliardi nella legge di bilancio. E ce ne saranno altre, come ho anticipato personalmente al presidente della commissione Ue Jean Claude Juncker».
Segna il passo, invece, l’esame della legge delega sul riordino della Protezione civile all’esame di palzzo Madama. Oggi sono convocate in mattinata le commissioni congiunte Affari Costituzionali e Ambiente per tentare di correggere il provvedimento alla luce dei rilievi mossi dalla commissione Bilancio.
I PIANI DEL GOVERNO Ai 4 miliardi già stanziati si aggiungeranno altri fondi, pronto il decreto anti burocrazia, segna il passo la riforma della Protezione