La denuncia dell’Ance: nel decreto troppi rinvii, così si allungano i tempi
Allungamento tempi e dispersioni nella catena decisionale, progettazione in house, ingolfamento di alcuni uffici strategici (white list e sportello unico), eccessivi rinvii a misure da attuare con successivi provvedimenti, rischio di deroghe alle norme sugli appalti. Nel decreto terremoto e nelle prime ordinanze del commissario alla ricostruzione ci sono diversi aspetti che preoccupano i costruttori dell’Ance, come emerge da un documento interno dell'’ ssociazione in cui si passano al setaccio sia la versione definitiva del Dl terremoto sia le prime ordinanze.
Il documento segnala anche una incertezza in tema di erogazione del contributo. Si trova nell’ordinanza commissariale n.8 del 14 dicembre scorso: in un punto dell’articolo 7 si dice che il contributo viene erogato dalla banca al richiedente, e in un altro punto dello stesso articolo si dice invece che il contribuito viene erogato al progettista o all’impresa che ha eseguito il lavoro o il servizio tecnico. «È auspicabile che venga definitivamente superata questa incongruenza», chiosa l’Ance.
A parte i vari aspetti puntuali, a preoccupare i costruttori sono alcune caratteristiche strutturali delle norme. A cominciare dalla governance, centrata sulla figura del commissario, ma che passa anche per una ampia condivisione: «tale approccio appare positivo, tuttavia l’articolazione delle funzioni tra vari enti desta perplessità perché rischia di ritardare l’avvio delle attività anche in considerazione della mancanza nel decreto di tempistiche certe». La preoccupazione legata ai tempi attuativi riaffiora di continuo. Nella ricostruzione privata, a esempio, il timore per «l’assenza di una tempistica procedurale» si unisce alla richiesta di una forte semplificazione per il rilascio dei titoli: «È auspicabile che venga individuata nei successivi provvedimenti attuativi una procedura semplificata per il rilascio dei titoli abilitativi di edilizia sia nei tempi che nel regime applicabile». Si suggerisce poi di rafforzare il previsto sportello unico aggiungendo al previsto Suap (attività produttive) anche lo sportello edilizio.
I generale si temono tempi lunghi per l’assenza di scadenze attuative; ma anche per potenziali “imbuti”. Uno di questi è il controllo antimafia, che grava sulla struttura ad hoc del Viminale: «È forte il rischio che la concentrazione di una simile mole di lavoro su un singolo ufficio pos- sa dilatare notevolmente i tempi necessari per le istruttorie finalizzate all’iscrizione delle imprese». È vero, riconosce l'Ance, che è stata prevista una “procedura speditiva” analoga a quella dell’Expo 2015, ma i timori restano. Anche perché, si impone l’iscrizione all’anagrafe anche a imprese già iscritte nelle white list da oltre tre mesi: scelta che «desta perplessità» e «rischia di creare ulteriori attese», «tanto più che la normativa vigente prevede che l’iscrizione alle liste prefettizie abbia valenza annuale».
Il documento è critico anche sulla possibilità di poter affidare a società in house la progettazione di infrastrutture ambientali di cui l’area del cratere è molto carente. Sarebbe auspicabile un ripensamento, si augura l’Ance. I costruttori temono anche che si possa cedere - prima o poi - alla tentazione di derogare al codice appalti, cosa che il Commissario può fare con lo strumento dell’ordinanza. «A tal fine sarà fondamentale - sottolinea l’Ance - un’attività costante di monitoraggio di detti provvedimenti, in chiave di trasparenza delle procedure adottate».
Nel documento, si torna a chiedere l’obbligo del sistema della qualificazione Soa (in vigore per gli appalti pubblici) anche per gli incarichi dei lavori privati nel cratere per importi inferiori ai 150mila euro (sopra questa soglia l’obbligo è già previsto).