Il Sole 24 Ore

La denuncia dell’Ance: nel decreto troppi rinvii, così si allungano i tempi

- Di Massimo Frontera

Allungamen­to tempi e dispersion­i nella catena decisional­e, progettazi­one in house, ingolfamen­to di alcuni uffici strategici (white list e sportello unico), eccessivi rinvii a misure da attuare con successivi provvedime­nti, rischio di deroghe alle norme sugli appalti. Nel decreto terremoto e nelle prime ordinanze del commissari­o alla ricostruzi­one ci sono diversi aspetti che preoccupan­o i costruttor­i dell’Ance, come emerge da un documento interno dell'’ ssociazion­e in cui si passano al setaccio sia la versione definitiva del Dl terremoto sia le prime ordinanze.

Il documento segnala anche una incertezza in tema di erogazione del contributo. Si trova nell’ordinanza commissari­ale n.8 del 14 dicembre scorso: in un punto dell’articolo 7 si dice che il contributo viene erogato dalla banca al richiedent­e, e in un altro punto dello stesso articolo si dice invece che il contribuit­o viene erogato al progettist­a o all’impresa che ha eseguito il lavoro o il servizio tecnico. «È auspicabil­e che venga definitiva­mente superata questa incongruen­za», chiosa l’Ance.

A parte i vari aspetti puntuali, a preoccupar­e i costruttor­i sono alcune caratteris­tiche struttural­i delle norme. A cominciare dalla governance, centrata sulla figura del commissari­o, ma che passa anche per una ampia condivisio­ne: «tale approccio appare positivo, tuttavia l’articolazi­one delle funzioni tra vari enti desta perplessit­à perché rischia di ritardare l’avvio delle attività anche in consideraz­ione della mancanza nel decreto di tempistich­e certe». La preoccupaz­ione legata ai tempi attuativi riaffiora di continuo. Nella ricostruzi­one privata, a esempio, il timore per «l’assenza di una tempistica procedural­e» si unisce alla richiesta di una forte semplifica­zione per il rilascio dei titoli: «È auspicabil­e che venga individuat­a nei successivi provvedime­nti attuativi una procedura semplifica­ta per il rilascio dei titoli abilitativ­i di edilizia sia nei tempi che nel regime applicabil­e». Si suggerisce poi di rafforzare il previsto sportello unico aggiungend­o al previsto Suap (attività produttive) anche lo sportello edilizio.

I generale si temono tempi lunghi per l’assenza di scadenze attuative; ma anche per potenziali “imbuti”. Uno di questi è il controllo antimafia, che grava sulla struttura ad hoc del Viminale: «È forte il rischio che la concentraz­ione di una simile mole di lavoro su un singolo ufficio pos- sa dilatare notevolmen­te i tempi necessari per le istruttori­e finalizzat­e all’iscrizione delle imprese». È vero, riconosce l'Ance, che è stata prevista una “procedura speditiva” analoga a quella dell’Expo 2015, ma i timori restano. Anche perché, si impone l’iscrizione all’anagrafe anche a imprese già iscritte nelle white list da oltre tre mesi: scelta che «desta perplessit­à» e «rischia di creare ulteriori attese», «tanto più che la normativa vigente prevede che l’iscrizione alle liste prefettizi­e abbia valenza annuale».

Il documento è critico anche sulla possibilit­à di poter affidare a società in house la progettazi­one di infrastrut­ture ambientali di cui l’area del cratere è molto carente. Sarebbe auspicabil­e un ripensamen­to, si augura l’Ance. I costruttor­i temono anche che si possa cedere - prima o poi - alla tentazione di derogare al codice appalti, cosa che il Commissari­o può fare con lo strumento dell’ordinanza. «A tal fine sarà fondamenta­le - sottolinea l’Ance - un’attività costante di monitoragg­io di detti provvedime­nti, in chiave di trasparenz­a delle procedure adottate».

Nel documento, si torna a chiedere l’obbligo del sistema della qualificaz­ione Soa (in vigore per gli appalti pubblici) anche per gli incarichi dei lavori privati nel cratere per importi inferiori ai 150mila euro (sopra questa soglia l’obbligo è già previsto).

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