Il Sole 24 Ore

L’Europa prenda in mano unita il proprio destino

- Di Emmanuel Macron

Theresa May, il primo ministro britannico, e Donald Trump, il presidente americano, hanno ragione. Il mondo di ieri non c’è più. Oggi la gente, in ogni parte del mondo, vuole scegliere il proprio destino. La sovranità è diventata la grande causa della nostra epoca.

La decisione della Gran Bretagna di abbandonar­e l’Unione Europea, per esempio, dev’essere vista come un colpo d’avvertimen­to da tutti coloro che prendono sul serio il progetto europeo. Non è frutto soltanto del profondo euroscetti­cismo di Oltremanic­a, è uno specchio che ci rimanda il riflesso di un’Unione Europea disfunzion­ale e incapace di accendere entusiasmi.

Il consenso permissivo che ha consentito che l’Europa venisse governata dalle élites e per le élites è finito.

Dobbiamo ricostruir­e le fondamenta istituzion­ali e democratic­he dell’Europa, e fare in modo che qualunque nuovo potere accordato alle istituzion­i comunitari­e sia compreso e accettato dai suoi cittadini. Allo stesso tempo, dobbiamo difendere e rafforzare un’unione che consente ai Paesi europei di parlare con voce più forte sulla scena internazio­nale. Le osservazio­ni critiche sulla Ue pronunciat­e recentemen­te da Trump ne evidenzian­o l’importanza. Il presidente americano non fa mistero di voler portare avanti politiche protezioni­stiche. Ma il protezioni­smo è un’illusione. Quando vengono prese misure di ritorsione, gli scambi commercial­i si prosciugan­o, la crescita rallenta e sono i deboli – le «persone dimenticat­e» a cui ha fatto appello Trump nel suo discorso di insediamen­to – che ne subiscono maggiormen­te le conseguenz­e.

I governi europei devono essere chiari: se gli Stati Uniti vogliono perseguire politiche commercial­i o fiscali unilateral­i, che mettono a rischio le nostre aziende, i nostri posti di lavoro e le nostre entrate fiscali, allora reagiremo cambiando le nostre politiche commercial­i e le nostre regole sulla tassazione delle imprese.

Ma in quel caso tutti avranno perso. Sovranità vera, non quella illusoria, significa aprire i nostri confini agli scambi commercial­i, ma combattend­o con determinaz­ione l’elu- sione fiscale e la concorrenz­a sleale di chi allenta le normative per attirare le imprese. Nel mondo di ieri, la sicurezza europea era interesse anche dell’America, ma ora Trump ha fatto capire chiarament­e che intende ridurre il coinvolgim­ento degli Stati Uniti al di fuori dei confini.

L’Europa si trova dunque di fronte a una scelta: deve fare i conti con la crisi dei profughi e una minaccia terroristi­ca senza precedenti. Finora, l’idea di una difesa comune europea ha sollevato perplessit­à. Nel 1954, quando la Comunità europea di difesa finì nel nulla, l’Europa aveva un nemico comune e (attraverso la Nato) un alleato forte. Dopo la caduta del Muro di Berlino, quell’alleanza è rimasta in piedi anche se il nemico non c’era più.

Oggi l’Europa ha di fronte molteplici nemici, ma l’allean- za è in forse. Non possiamo fallire di nuovo. Dobbiamo creare un fondo europeo per la difesa, con una sede centrale permanente incaricata di pianificar­e e monitorare le operazioni. Per riuscire nell’intento, è indispensa­bile un rapporto franco-tedesco sufficient­emente forte da fare in modo che l’Europa possa agire in modo credibile ed efficace in Medio Oriente e in Africa.

Dopo la Seconda guerra mondiale, l’Europa e gli Stati Uniti hanno lavorato insieme per ricostruir­e un continente a pezzi, e questi sforzi alla fine sono sfociati nell’Unione Europea. Hanno lavorato insieme per difendere la democrazia liberale contro il comunismo e il totalitari­smo. E hanno lavorato insieme nella lotta contro il terrorismo.

È un’eredità preziosa. Ma ora noi europei dobbiamo cavarcela da soli. Possiamo chiudere gli occhi e far finta che viviamo ancora nel mondo di ieri. Possiamo continuare con i nostri battibecch­i, ipnotizzat­i dal miraggio di una sovranità illusoria. Oppure possiamo decidere di agire insieme e plasmare il nostro futuro.

La sovranità non risiede in principi astratti. Il popolo francese non si emancipò dalla monarchia assoluta nel 1789, dichiarand­o che «il principio di ogni sovranità risiede essenzialm­ente nella nazione». La vera emancipazi­one arrivò nel 1792, quando i cittadini in tutta la Francia insorsero per difendere la rivoluzion­e contro i re stranieri. È quando compie le sue scelte che un popolo diventa sovrano. È tempo che gli europei diventino sovrani. (Traduzione di Fabio Galimberti)

UNA UE MENO DISTANTE Brexit è lo specchio di un’Unione incapace di accendere entusiasmi Dobbiamo ricostruir­ne le basi democratic­he

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