L’export risale con Usa e Bric
A dicembre crescita delle vendite del 4,1% tendenziale ma il dato annuo resta in rosso dell’1,2% Della Cina la performance migliore - Il rimbalzo della Russia apre scenari positivi
Il bilancio 2016 è in rosso dell’1,2% ma fino a pochi mesi fa per garantirci questa performance avremmo messo la firma.
Il dato di dicembre dell’export extra-Ue, in crescita mensile del 2,5%, del 4,1% tendenziale, riporta il sereno sulle prospettive del made in Italy, addolcendo il risultato dell’intero anno (184 miliardi, 2,2 in meno rispetto al 2015) e aprendo anche nuovi spazi di ottimismo per mercati ormai dati per “persi”.
Chiudere il 2016 con un calo marginale (che in realtà si trasforma in +0,2% escludendo dal calcolo l’energia) è in effetti per il made in Italy un risultato quasi insperato, dopo una prima parte d’anno disastrosa, con sette mesi consecutivi in profondo rosso.
Rimbalzo realizzato a partire da agosto (con l’eccesione di otto- bre), convincente soprattutto perché corale, rafforzato a dicembre con una performance annua che a parità di giornate di calendario, spiega l’Istat, lieviterebbe di oltre due punti: da +4,1% a +6,2% nel dato tendenziale. A dicembre sono una manciata le aree in calo (Svizzera, Africa Settentrionale, marginalmente il Medio Oriente) mentre altrove i progressi sono diffusi e robusti. A partire dagli Usa, prima area di sbocco extraUe, i cui acquisti crescono nel mese del 12,2%, portando Washington al nuovo record nello shopping sul made in Italy, poco meno di 37 miliardi di euro nel 2016.
Record di vendite per l’Italia anche nei confronti della Cina (11,09 miliardi nell’anno) grazie a uno scatto del 21% nel mese che sembra allontanare i rischi di un rallentamento da parte dell’economia di Pechino.
La vera novità del mese riguarda però due dei grandi malati dell’economia: Russia e Brasile.
Il quasi pareggio di novembre per Mosca viene ora superato dallo scatto del 9,2% di dicembre, un rimbalzo che mitiga il deficit annuo verso il paese (-5,3%) ma soprattutto fa sperare in prospettive di ripresa più convincenti nel 2017. Quanto mai gradite, visto che dai livelli del 2013 l’Italia ha perso ben il 38% del mercato in Russia, in valore assoluto si tratta di oltre quattro miliardi di euro. L’altra sorpresa positiva arriva dal Brasile, con uno scatto di 20 punti per l’area Mercosur, numeri che anche in questo caso lasciano pensare che il fondo della recessione possa essere stato toccato.
Per le casse delle aziende nel mese ci sono 700 mili0ni di euro in più in arrivo dai mercati extra-Ue, risorse legate soprattutto alle commesse di Stati Uniti (+382 milioni), Cina (+192 milioni) e Russia (+53 milioni). Un “bottino” che quasi certamente crescerà nel bilancio globale di dicembre aggiungendo tra qualche giorno i dati Ue, che salvo sorprese confermeranno il trend positivo degli ultimi mesi.
In termini settoriali, altro dato confortante, la ripresa dell’export è corale, abbracciando tutte le categorie di beni. A dispetto delle difficoltà del primo semestre, chiudono così il 2016 in terreno positivo le vendite extra-Ue dei beni di consumo mentre in calo marginale sono intermedi e strumentali. Medie globali, come detto, abbattute dal crollo dei listini dell’energia, con i valori riesportati dall’Italia in calo di oltre il 30%.
In ripresa nel mese sono anche tutte le voci di import, in particolare i beni strumentali, i cui acquisti lievitano del 10,4%. Globalmente le importazioni del mese crescono dell’8,1% (del 4,5% al netto dell’energia), anche se il bilancio annuo resta in rosso, soprattutto per la riduzione dei listini di petrolio e gas.
Per l’intero anno il saldo commerciale extra-Ue lievita a 39,9 miliardi, 6,6 in più rispetto al 2015, per effetto soprattutto del greggio “bonsai”. Il saldo extra-UE manifatturiero resta infatti quasi invariato a +65,6 miliardi (da 64,4) mentre il deficit nell’energia si riduce sensibilmente, dai 30,7 miliardi de 2015 ai 25,7 dello scorso anno.
IL RISVEGLIO DI MOSCA A dicembre le commesse verso la Russia sono cresciute di oltre 9 punti percentuali Una conferma dopo i segnali incoraggianti di novembre