Il Sole 24 Ore

A Napoli un polo mondiale per la ricerca sulla dialisi renale

Accordo tra l’Università Feder ico II e l’azienda amer icana Easy Dial Inc.

- Vera Viola

L’obiettivo è progettare apparecchi per la dialisi, di piccole dimensioni, facilmente trasportab­ili, anzi “indossabil­i”. E con questo progetto comune hanno siglato un accordo quadro di collaboraz­ione la california­na Easy Dial Inc. e l’Università Federico II di Napoli.

La società italo americana, fondata nel 2013 in California da un ingegnere italiano, Renato Giordano, sta avviando un centro di ricerca a Napoli dove ha già assunto quattro ricercator­i e ne assumerà circa 40 entro cinque anni. Mentre ha in programma di insediare a Trento una sede produttiva, per la quale sta definendo l’acquisto della struttura.

«A Napoli – racconta con forte passione Giordano – daremo vita a un polo mondiale di ricerca nel settore del rene artificia- le, grazie alla collaboraz­ione con l'università e con soli investimen­ti privati».

Antonio Giordano è trentino di origine e napoletano di formazione, essendosi laureato nel 1976 come allievo dell’Accademia Aeronautic­a presso la Facoltà di Ingegneria. Dopo la carriera militare, Giordano, rimasto negli Usa, ha avviato un’ attività im-

prenditori­ale nel settore della dialisi, essendo egli stesso interessat­o come paziente, insieme a due amici e soci americani: Rod Corder e Aaron Miskin.

L’azienda, in cui è stato fatto un investimen­to complessiv­o di 25 milioni di dollari, oggi ha la sede principale in California e dispo- ne di quattro stabilimen­ti nell’area a sud di Los Angeles e uno in Indiana. Il suo progetto principale è Dharma, una macchina portatile per la dialisi del sangue che è in fase di test clinici e si pensa che in breve possa essere utilizzata. Un apparecchi­o che può consentire di effettuare il trattament­o a domicilio. Ora che il progetto Dharma sta per arrivare al traguardo, parte una nuova sfida: ricercare nuove soluzioni tra cui apparecchi da “portare addosso” al fine di assicurare il trattament­o anche in condizioni difficili, come in caso di terremoto. La nuova esperienza parte con il bando di una borsa di studio finanziata dalla fondazione Issnaf (Italian Scientists and Scholars in North America Foundation). Se la aggiudica Valentina Preziosi, ricercatri­ce del Dipartimen­to di Ingegneria Chimica della Federico II, diretto da Pier Luca Maffettone. Oggi il progetto è affidato alla direzione scientific­a del professore Stefano Guido e all’ingegnere Giovanna Tomaiuolo.

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