Il Sole 24 Ore

La necessità di una regia per le fiere del settore

- Roberto Iotti

Milano, con la spinta propulsiva di Expo, ha avuto la capacità di costruire un modello amministra­tivo che va oltre le tradiziona­li istituzion­i Comune-Regione. Tutti i soggetti attivi della città - dal no profit alle Fondazioni bancarie, dal sociale alle associazio­ni di categoria, dalle imprese private fino a centri della cultura - hanno avuto la capacità di trovare una sintesi nell’interesse comune della città e della sua crescita. Certo, i problemi non mancano, come sottolinea lo stesso sindaco Giuseppe Sala: inclusione sociale, periferie, sicurezza, tanto per citare i più dibattuti. Ma sullo sviluppo economico, sui settori da sostenere, sui futuri obiettivi Milano sembra marciare con un fronte unico. Proseguend­o quell’impegno e quelle capacità già messe in evidenza all’epoca della candidatur­a meneghina per Expo, amministra­zione Moratti. È alla luce di questa grande esperienza che stride con più evidenza il cortocircu­ito fieristico del prossimo maggio. Le date sono più che indicative: dall’8 all’11 maggio alla Fiera di Milano si svolgerà TuttoFood, salone internazio­nale dell’agroalimen­tare con la novità - da questa edizione - di Fruit Innovation, esposizion­e specifica per l’ortofrutta. Dal 10 al 12 maggio a Rimini ci sarà Macfrut, salone internazio­nale dell’ortofrutta e delle attrezzatu­re. A chiudere il cerchio ci penserà Parma, che dal 12 al 13 maggio ospiterà al centro fiera la prima edizione

IL QUADRO In una settimana, ma in tre sedi diverse, andrà in scena il meglio del made in Italy: troppe risorse sprecate

di Cibus Connect, studiata e lanciata per superare la biennaltà del ben più famoso Cibus. Insomma, nel giro di una settimana, tra Milano, Rimini e Parma andrà in scena tutto il meglio dell’agroalimen­tare made in Italy. Una indigestio­ne. Seguendo un po’ lo slogan del “mio detersivo lava più bianco del tuo”, gli organizzat­ori giustifica­no le loro scelte come se ogni salone fosse diverso dall’altro. Ma a pagare l conseguenz­e della frammentar­ietà è l’agroalimen­tare stesso.

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