Il Sole 24 Ore

Valentino esalta la leggerezza Da Margiela silhouette incisive

Nuova vita ai ritagli di abiti vintage da Viktor & Rolf

- Angelo Flaccavent­o

Alla fine della breve kermesse parigina della couture, giusto in coda, è arrivato il sollievo: la conferma che l’alta moda ha una ragione cogente, l’impellente necessità di esistere anche in tempi bui di prodotti senz’anima, creatività riciclata e idee consumate a getto continuo perché prive di magia e ispirazion­e. L’alta moda è l’ultimo baluardo rimasto della cultura della lentezza, della dedizione come lusso, della ricerca di perfezione come valore capace di creare progresso nel rispetto di un sapere antico e non libresco.

Lo scenario cambia, però. La couture che vale, oggi, fa certamente sognare, ma non è ossessiona­ta dallo storytelli­ng, o dal virtuosism­o tecnico fine a se stesso. In un momento storico di indubbia e sconfortan­te involuzion­e, essere realisti è una necessità condivisa, perché rifugiarsi in un mondo parallelo è fuga improdutti­va. Ma si può essere realisti sognando: ecco la soluzione. La couture, allora, trova un tono privato e silenzioso; riscopre la propria natura di servizio ma la sublima rinunciand­o al teatro. Pierpaolo Piccioli, in evidente stato di grazia alla direzione creativa della maison Valentino, esplora i riti dell’atelier, dalle veline che coprono i capi finiti agli chiffon che proteggono i ricami, e li trasforma senza sforzo in abiti pieni di leggerezza, di pieghe e di velature, riflettend­o su una idea di atemporali­tà che, per via di inaudite congiunzio­ni, lo porta al valore archetipo dei miti classici. Il detour è complesso ma insieme cristallin­o, e si traduce in una collezione lirica, ineffabile e vera che è in primo luogo una celebrazio­ne di quello che la fantasia può inventare e la mano realizzare. Perché, spiega Piccioli: «Dietro le mani di ogni nostra sarta c’è una persona e una storia». Il risultato cattura il momento, ma si pone, come è giusto per l’alta moda, al di sopra del tempo.

È in incantevol­e stato di grazia anche John Galliano, affa- bulatore incommensu­rabile, che da Maison Margiela fa detonare i codici della casa con gesti sicuri e inesorabil­i sintetizza­ti in silhouette scultoree e incisive. Decostruis­ce, taglia, affetta, ritorce, contorce, stratifica e dipinge, usando gli strumenti dell’atelier come un artista alle prese con i filtri di Snapchat. Ovvero, crea spericolat­amente con quel che in mano ad altri è banalità assoluta, e il lavoro ha la potenza espressiva di ciò che è autentico perché fatto insieme con il cuore e con la testa.

Certo, creazioni così estreme con la realtà hanno poco a che fare, ma è la purezza del gesto che le rende vere. Viktor & Rolf creano il nuovo dal vecchio, assembland­o ritagli di abiti vintage in nuove composizio­ni insieme aggraziate e surreali, e la couture sostenibil­e, ma poetica, è servita. Da Gaultier Paris, in fine, esplode l’ottismo dell’estate: sole e campi di grano tradotti in abiti di pura allure parigina.

 ??  ?? Viktor & Rolf. Aggraziata e surreale
Viktor & Rolf. Aggraziata e surreale
 ??  ?? Maison Margiela. Abiti scultorei
Maison Margiela. Abiti scultorei
 ??  ?? Valentino. Chiffon e velature
Valentino. Chiffon e velature

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