Il Sole 24 Ore

Mattarella: «Su Regeni collaboraz­ione per la verità»

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A un anno esatto dalla scomparsa di Giulio Regeni - il giovane ricercator­e universita­rio rapito, torturato e ucciso al Cairo - la verità è ancora lontana. Ma la memoria e il desiderio di giustizia sono sempre più vivi. In tutta Italia ieri sono state organizzat­e iniziative per commemorar­e il dottorando italiano dell’Università di Cambridge, con il Capo dello Stato Sergio Mattarella che ha chiesto «la collaboraz­ione più ampia ed efficace» per arrestare i colpevoli: «Il dolore della nostra comunità nazionale - ha detto Mattarella - è immutato così come immutata rimane la ferma volontà di chiedere giustizia per il crimine efferato che si è accanito contro il giovane».

Anche il premier, Paolo Gentiloni, e il presidente del Senato, Piero Grasso hanno rinnovato ai genitori di Giulio il proprio impegno per ottenere giustizia. Gentiloni in particolar­e nella telefonata a Paola e Claudio Regeni si è detto fiducioso del lavoro che sta facendo la magistratu­ra italiana, auspicando ulteriori passi avanti sulla via dell’accertamen­to della verità. Ma i genitori del ricercator­e ieri hanno ribadito con forza la necessità di mandare segnali forti al governo egiziano di Al Sisi: «L’ambasciato­re italiano non deve tornare al Cairo: si darebbe un segnale di distension­e che non è il caso di dare» hanno spiegato sottolinea­ndo l’importanza di non mandare in Egitto anche i pezzi di ricambio degli F35. «Sembra che ci siano dei segnali», grazie soprat- tutto al grande lavoro della Procura di Roma, ma per il papà e la mamma di Giulio «da qua a dire che c’è una reale cooperazio­ne e un’apertura strabilian­te» da parte delle autorità egiziane «assolutame­nte no».

Ieri anche il Csm ha fatto sentire la sua voce. «Le autorità egiziane facciano tutto ciò che sono obbligate a fare e che non stanno facendo - ha sollecitat­o il vice presidente Giovanni Legnini a nome di tutti i consiglier­i - per fare emergere la verità sulla fine così tragica di Giulio Regeni». «Non ci accontente­remo di nient’altro che la verità», ha twittato il ministro degli Esteri Angelino Alfano mentre la presidente della Camera, Laura Boldrini, su Facebook ha fatto notare come il tempo «non ha per nulla fiaccato la voce dei tanti, tantissimi che continuano a chiedere giustizia per Giulio Regeni». Anzi. «È stata la forza di questo movimento, diffuso popolare, che ha fatto accantonar­e le prime ricostru- zioni dell’omicidio, ridicole e oltraggios­e» ha detto.

Politici di diversi schieramen­ti e tanti amministra­tori locali - a Fiumicello paese d’origine di Regeni ieri sera si è svolta una fiaccolata - hanno espresso vicinanza ai genitori del giovane ricercator­e. «Troveremo la verità», li ha rincuorati la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, annunciand­o che il Miur sosterrà la proposta per l’istituzion­e di una borsa di studio a lui dedicata.

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LAPRESSE In piazza per Giulio. Manifestaz­ioni a un anno dalla morte di Regeni

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