Assoluzione per «Il Mattino» Corretto sul giudice Esposito
P otrebbe essere l’ultimo capitolo di una vicenda nata da un’intervista nell’estate del 2013, pochi giorni dopo la sentenza che confermò in via definitiva la condanna di Silvio Berlusconi nel processo Mediaset per frode fiscale. A parlare al Mattino fu il giudice della Cassazione Antonio Esposito, presidente della Sezione feriale della Suprema Corte che emise la sentenza sfavorevole all’ex presidente del Consiglio. Per quel colloquio e per i suoi contenuti ( « Berlusconi sapeva») che scatenarono una bufera politica Esposito finì sotto processo al Csm: nel dicembre 2014 venne assolto dall’accusa di violazione del dovere di riserbo, anche se la se- zione disciplinare di Palazzo dei Marescialli parlò di «intervista inopportuna».
Il magistrato si è sempre difeso sostenendo che le sue parole furono stravolte dal cronista cui concesse l’intervista, e per questo aveva citato in giudizio per diffamazione il giornalista (Antonio Manzo), il direttore della testata (Alessandro Barbano) e il giornale del gruppo editoriale Caltagirone. Richiesta rigettata ieri dal Tribunale di Napoli. Come ricorda la sentenza del giudice Pietro Lupi , Esposito aveva lamentato che il contenuto dell’intervista «era stato manipolato dall’estensore e stravolto nel suo senso per effetto dell’inserimento di una domanda mai for- mulata». Ma «l’operazione di cosiddetta editing effettuata nell’articolo può ritenersi sostanzialmente fedele» al senso delle dichiarazioni rese dall’intervistato. Esposito, aggiunge il giudice della quarta sezione civile del Tribunale di Napoli, «non sapeva» che il cronista, con il quale aveva un rapporto di conoscenza, «stesse registrando l’intervista» e per questo non si sarebbe posto il problema di «calibrare» meglio le forme di manifestazione del suo pensiero.
«Il fatto riportato nell’articolo era vero» e quindi il giornalista ha esercitato il diritto di cronaca: escluso, quindi, il reato di diffamazione a mezzo stampa.