G -20, lotta ai «cyberattacchi» alla finanza
La presidenza tedesca del G-20 punta a un codice di condotta per i Paesi membri per la protezione contro attacchi cibernetici al sistema finanziario, è emerso ieri da un incontro a Wiesbaden sulla finanza digitale, cui hanno partecipato le autorità dei grandi Paesi industriali e delle maggiori economie emergenti che compongono il gruppo. Del G20 fanno parte anche Paesi come Russia e Cina, patria di alcuni dei più famigerati gruppi di hacker, in qualche caso sospettati di essere uno strumento dei rispettivi Governi. La riunione è stata però anche l’occasione per i massimi rappresentanti delle autorità economiche tedesche per lanciare l’allarme contro le tendenze emerse negli Stati Uniti e in Gran Bretagna dopo i recenti cambi di Governo. «Il successo del processo del G-20 – ha detto il presidente della Budesbank, Jens Weidmann – dipende dalla convinzione che la cooperazione internazionale e i mercati aperti forniranno vantaggi a tutti i Paesi e le popolazione coinvolte». Weidmann ha evitato di citare apertamente il nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha inaugurato il suo mandato con una serie di misure e di annunci di tono nettamente protezionistico.
Il banchiere centrale ha anche ricordato che «è un elemento chiave delle nostre politiche fornire nuove opportunità a tutti nelle nostre società spingendo una crescita globale inclusiva». L'incontro di Wiesbaden ha affrontato il tema dell'inclusione finanziaria e di come può essere facilitata dalla finanza digitale, con l'intervento della regina d'Olanda, Maxima, ambasciatore delle Nazioni Unite su questo tema, che ha sottolineato come nei Paesi poveri il 40% della popolazione non ha accesso ai servizi finanziari.
L’altro riferimento alle indicazioni che emergono dai nuovi Governi dei due principali Paesi anglosassoni è stato fatto dal ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, in risposta all'intenzione espressa di recente da parte del Governo britannico di abbassare drasticamente le imposte per attrarre capitali e guadagnare competitività dopo l'uscita dall'Unione europea. «Non si può confrontare la Gran Bretagna con le Isole Caimane – ha detto Schaeuble, uno dei fautori negli ultimi anni del coordinamento a livello di G20 in materia di lotta all'evasio- ne fiscale – Se un grande Paese pensa di poter avere i vantaggi di un piccolo Paese, questo finirà male. Il resto del mondo non può tollerarlo. Questa è la ragione per cooperare».
Weidmann ha sottolineato i potenziali vantaggi in termini di efficienza e concorrenza grazie allo sviluppo della finanza digitale, senza sottovalutare i rischi per la stabilità finanziaria. Il governatore della Banca d'Inghilterra, Mark Carney, presidente del Financial Stability Board, che riunisce le autorità di vigilanza e controllo, ha detto che il boom della fintech può rappresentare un rischio sistemico e annunciato che al vertice del G- 20 a luglio l'Fsb presenterà un rapporto su come adattare le regole finanziarie globali all'impatto della finanza digitale.