Goldman Sachs: 100 milioni a Cohn che risponde alla chiamata di Trump
Più di cento milioni di dollari, tra contanti e azioni. È la buonuscita, anzi ottima verrebbe da dire, intascata da Gary Cohn, l'ex direttore generale di Goldman Sachs che ora è diventato il gran consigliere economico del neo-presidente americano Donald Trump. A chi volesse maggiori dettagli sulla cifra: 65 milioni in cash sono soprattutto a copertura di futuri e potenzali premi ai quali avrebbe avuto diritto rimanendo a Goldman, la banca d’affari dove ha lavorato per 25 anni durante i quali è diventato il successore designato del chief executive Lloyd Blankfein. Che tuttavia non dava segni di volersi ritirare, facilitando la decisione di Cohn di prendere i soldi e scappare alla Casa Bianca. A questi bonus anticipati si aggiunge un pacchetto di 58 milioni in titoli la cui consegna o accesso senza restrizioni sono stati accelerati dall'istituto perché Cohn possa vendere e ottemperare in questo modo alle regole etiche e sul conflitto di interessi del governo. Al netto delle tasse, il pagamento supera i 100 milioni. L’elezione di Donald Trump ha davvero premiato Cohn: oltre al prestigioso incarico alla Casa Bianca, il suo patrimonio in azioni Goldman sicuramente si avvantaggia visto che il titolo sta andando a ruba. Ha guidato i rally del comparto finanziario a Wall Street con guadagni di oltre il 30% dal giorno del voto, merito delle attese di deregulation sui mercati e forse anche della ritrovata influenza di Goldman, che nell'amministrazione ha spedito altri ex banchieri quali il plenipotenziario al Tesoro Steven Mnuchin e lo stratega Stephen Bannon. Cohn sembra però destinato a rimanere un buon “secondo” anche nella graduatoria dei soldi intascati: non ha potuto surclassare il re delle buonuscite Rex Tillerson, il Segretario di Stato entrante, che ha ricevuto dalla sua ex azienda, il colosso petrolifero Exxon Mobil, ben 180 milioni. (M. Val.)