Nasce il primo «trust» per le vittime di sisma
pI l primo trust per i terremotati di Amatrice - zero costi, trasparenza totale, controllo diffuso sugli impieghi - e il primo contratto di affidamento fiduciario per il programma di sostegno di un orfano autistico. Per le nuove forme di destinazione patrimoniale “finalizzata” sono giorni importanti, che segnano anche una svolta nella percezione pubblica di quelle che, fino a pochi anni fa, erano considerate solo scappatoie legali per fini poco nobili.
Tra Genova (dove è registrato) e Trani è nato nei giorni scorsi il primo “trustonlus” rivolto a reperire fondi per i terremotati di agosto. Lo hanno ideato due professionisti - Giuseppe Lepore e Nunzio Dario Latrofa - convinti che questa formula, accettata dalla Dre di Genova dopo un lungo dibattito, sia il futuro delle iniziative caritatevoli per emergenze. Il “Trust Taa” per il quale i professionisti e altri contributor lavorano gratis, raccoglie donazioni in ogni forma, le pubblica su un sito con controllo in tempo reale per il singolo donatore e per il pubblico su afflussi e destinazione dei fondi. «È un primo passo verso una nuova forma di solidarietà, del tutto trasparente, tracciata e controllata» dicono i fondatori.
Ma le nuove forme di “segregazione patrimoniale” - di cui si è discusso ieri al convegno di Milano dell’associazione Trust in Italia presieduta da Maurizio Lupoi (500 iscritti tra avvocati, notai e commercialisti) - segnano un altro capitolo storico. Il giudice tutelare di Genova nei giorni scorsi ha applicato con ordinanza l’affidamento fiduciario per gestire l’immobile lasciato dalla defunta madre al figlio, che è autisti- co. La particolarità sta del caso nel fatto che il padre è vivente, e ha dovuto di fatto rinunciato alla disponibilità dell’immobile per attuare il “programma” studiato nell’interesse superiore del futuro del ragazzo - che proprio in attuazione del programma ha a sua volta rinunciato alla sua quota di “legittima”. L’affidamento fiduciario è la declinazione a perimetro normativo nazionale dei trust, che come noto sono stati importati da altre giurisdizioni.
Intanto però la nuova flessibilità nell’uso del trust & dintorni richiede un sistema
L’INIZIATIVA L’associazione Trust in Italia ha annunciato l’istituzione del registro dei trustee che richiede una rigorosa verifica dei requisiti
di garanzie che eviti l’assalto di avventurieri e “distorsori” (com’era avvenuto per i primi trust patrimoniali, finiti centinaia di volte nel mirino della magistratura). L’associazione Trust in Italia ha annunciato ieri attraverso il presidente l’istituzione del «Registro dei trustee e dei guardiani professionali». «Questa nuova frontiera - ha detto Lupoi - richiede una verifica rigorosa dei requisiti, dall’onorabilità alla copertura assicurativa ultra estesa (rispetto alla cessazione del trustee), l’esperienza maturata sul campo, l’aggiornamento formativo e il rispetto di un codice di condotta».
Una rete molto stretta, quella degli iscritti al Registro dei trustee e dei guardiani profesisonali: finora è un elenco di 12 profesionisti (tutti del Nord), in lista d’attesa sono altri quattro.