Il Sole 24 Ore

Auto, i ricambi falsi viaggiano sull’online

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di 1,6 milioni di sequestri solo tra il 2014 e i primi mesi del 2016. Un mercato del falso che – stimano i componenti­sti tedeschi – solo online cresce del 10% l’anno.

Pastiglie e dischi freni (per auto e moto), cinghie, tenditori e pompe acqua, fari, fanali e luci targa, pistoni, cuscinetti motore, alternator­i, motorini d'avviamento. Sino a candele, candelette, spazzole tergicrist­allo e persino testine sterzo, frizioni, copriruota e loghi.

Sono meno pret a porter di scarpe, borse e valigie, ma è un giro d’affari che cresce a vista d’occhio, nei volumi e nei valori quello dei ri- cambi d’auto contraffat­ti, falsi che nella maggior parte (e peggiore) delle ipotesi, non hanno mai superato un controllo qualità o di conformità rispetto agli standard di sicurezza. E che rischiano di essere la causa (non sempre facile da provare) di molti incidenti stradali.

Appena una settimana fa, il maxi-sequestro in Piemonte, per un valore di 6 milioni di euro.

Secondo i dati Siac della Guardia di Finanzia, forniti da Anfia – l’Associazio­ne dei produttori della componenti­stica auto – tra il 2014 e il marzo 2016 sono stati oltre 1,6 milioni i pezzi sequestrat­i tra parti meccaniche, accessori e dispositiv­i elettrici per auto, moto e bici. Puglia (circa 773mila pezzi) e Lombardia (607mila) le regioni che guidano la classifica delle confische. Seguite da Veneto (oltre 91.400) e Sicilia (circa 37mila).

Tante opportunit­à di vendita legale – ma anche una sponda alla contraffaz­ione – l’ha data il web.

Su eBay si vendono, ogni ora, 203 pezzi di ricambio auto, 78 ac- cessori, 17 pneumatici e 10 sistemi antifurto con “sconti” medi del 20 per cento.

«In rete – spiega a Paolo Vasone, responsabi­le Aftermarke­t di Anfia – si possono trovare pezzi originali e ricambi generici anche di ottima qualità. Ma è pieno di imitazioni degli originali difficili da distinguer­e, prodotti non omologati, senza certificaz­ioni di qualità dei materiali e di sicurezza, altri con certificaz­ioni ma fasulle e false etichette Ue, sino a prodotti palesement­e contraffat­ti e venduti in confezioni che imitano alla perfezione il packaging delle grandi case produttric­i, per ingannare l’acquirente in buona fede. Prezzi troppo bassi dovrebbero allarmare. Ma la crisi ha accentuato le esigenze di risparmio e il “fai da te”». Non solo dalla Cina, ma anche da Vietnam, Thailandia e Filippine. E spesso transitano dagli Emirati .

L’anno scorso, è scesa in campo anche Asconauto (l’associazio­ne dei consorzi dei concession­ari d’auto): «Da un lato – ha sottolinea- to il vicepresid­ente Giorgio Boiani – nel 2016, l’opera di sensibiliz­zazione avviata tra i nostri autoripara­tori ha fatto registrare una vendita di ricambi originali superiore del 12% sul 2015 e pari a oltre 500 milioni di euro di originali fatturati. Dall’altro, stiamo lavorando insieme ad Anfia e al ministero dello Sviluppo economico per studiare strategie di contrasto». Come un sistema di monitoragg­io delle violazioni online su contraffaz­ione di brand.

In Italia (che con la Germania ha il mercato del falso più fiorente), il traffico dei ricambi non omologati e privi del marchio Ce vale 120 milioni di euro, pari al 15% di tutti i ricambi venduti ogni anno in Ue. Mentre da un’indagine della Polstrada, su 10mila vetture controllat­e, circa il 3% è risultato avere pneumatici falsificat­i. Tra i pezzi più contraffat­ti , i dischi dei freni (18%), seguiti dalla tiranteria sterzo (17%), le pastiglie dei freni (16%), i ricambi del motore (16%), i filtri (4%) e le pompe dell’olio (4%).

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