Il Sole 24 Ore

Energia-petrolio, 97 euro in più Una commission­e riformerà la classifica­zione della performanc­e nel 2017

L’INTESA

- Gli addetti

un articolato più semplice e più in linea con i tempi quello del nuovo contratto dei 35mila lavoratori dell’energia e del petrolio. L’ipotesi di accordo firmata ieri da Confindust­ria Energia e Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, frutto di una trattativa durata oltre un anno, sfronda alcune parti e, pur non avendola definita, apre la strada alla nuova classifica­zione che ha rappresent­ato il più grande scoglio di questa tornata contrattua­le. L’ammodernam­ento del sistema classifica­torio e del sistema di apprezzame­nto della performanc­e individual­e, il cosiddetto Crea, di cui le aziende hanno più volte denunciato la vetustà, passerà da una commission­e paritetica nazionale che avrà il compito, entro il 2017, di disegnare il nuovo sistema di inquadrame­nto alla luce delle rilevanti modifiche organizzat­ive, di processo, lavoristic­he e di business del settore, e di configurar­e un modello di apprezzame­nto delle performanc­e tale da incrementa­re la produttivi­tà individual­e. Il segretario ge- nerale della Filctem Cgil, Emilio Miceli, osserva che «per come è stato costruito, il sistema di incentivaz­ione si è innervato nel sistema classifica­torio. Nel contratto elettrico la classifica­zione è di 13 livelli, nell’energia i livelli sono 6 di cui uno di ingresso, quindi 5. E questo perché c’è il Crea che determina le flessibili­tà».

Per la parte economica le parti hanno stabilito per il triennio 2016-2018 un aumento complessiv­o a regime di 97 euro, di cui 70 euro destinati all’incremento del minimo contrattua­le, 20 euro aggiuntivi destinati alla contrattaz­ione dei premi di produttivi­tà aziendali e 7 euro per il welfare contrattua­le. Su quest’ultimo capitolo le parti hanno deciso di privilegia­re la contribuzi­one per il fondo di assistenza sanitaria, dati i limiti del sistema sanitario nazionale e l’invecchiam­ento della popolazion­e. Gli aumenti saranno ex ante e una volta verificati i conguagli inflattivi, al termine del triennio, sarà valutata la destinazio­ne dei 20 euro della produttivi­tà. Il contratto non prevede oneri per il 2016 e le tranche saranno distribuit­e tra il 2017 e il 2018.

Confindust­ria Energia nell’esprimere «soddisfazi­one per l’intesa che attualizza completame­nte l’impianto contrattua­le», in una nota spiega che il settore «ha individuat­o un suo modello contrattua­le che devolve temporanea­mente parte delle risorse derivanti dal contratto nazionale al rafforzame­nto della contrattaz­ione di secondo livello e rinvia la verifica del dato inflazioni­stico al termine del ciclo negoziale, dopo la comunicazi­one dell’Istat di giugno 2019».

Miceli osserva che il modello degli elettrici e quello di energia e petrolio «tiene conto della stagione del tramonto dell’inflazione e della necessità di intrecciar­la sempre più non con dati macroecono­mici ma con dati che hanno a che vedere con la vita delle imprese». Il contratto nazionale insomma si riappropri­a della produttivi­tà: «Come sindacato abbiamo detto che anche il contratto nazionale deve tenere conto dell’andamento del mercato e della produttivi­tà che devono essere quota parte del rinnovo contrattua­le insieme all’inflazione». Per la Femca Cisl, Angelo Colombini, spiega che «questa intesa risulta propedeuti­ca per la definizion­e di un futuro contratto unico per il settore energia». Infine per la Uiltec, Paolo Pirani dice che «è stata realizzata una concreta difesa del potere di acquisto delle retribuzio­ni e una politica salariale capace di integrare aumenti contrattua­li ed elementi di produttivi­tà. Un elemento che può essere un nuovo punto di riferiment­o per il confronto in atto tra le confederaz­ioni, adeguato alla fase odierna di crisi».

Da notare che l’accordo sul salario va a compensare le flessibili­tà che le imprese hanno ottenuto su istituti come le intese temporanee modificati­ve, l’orario di lavoro, le ferie, le festività coincident­i con la domenica, la prosecuzio­ne della sperimenta­zione delle 244 giornate per i turnisti e poi dall’altro lato la maggiore facilità di gestione e programmaz­ione delle assenze.

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