Il Sole 24 Ore

Chiarire al più presto le norme applicativ­e

- di Lello Naso

Ascanso di equivoci, ammortamen­to e iperammort­amento per i beni funzionali a Industria 4.0 sono due misure che il mondo delle imprese valuta in maniera più che positiva.

Non c’è imprendito­re del settore e, più in generale, non c’è imprendito­re manifattur­iero o operatore della logistica che non ritenga le agevolazio­ni per l’acquisto di macchinari strumenti adeguati a spingere il rinnovo del parco macchine italiano. Oltre che, naturalmen­te, misure per accelerare la crescita ancora debole della produzione industrial­e e del Pil. Basta fare un giro per le imprese o alzare il telefono e chiamare un imprendito­re preso a caso dall’elenco del telefono per capirlo.

Gli stessi dati diffusi ieri dall’Ucimu ne sono, paradossal­mente, la conferma. Il calo degli ordini interni del 12,5% nell’ultimo quadrimest­re non è altro che l’indicatore di un’attesa per utilizzare nel miglior modo possibile le agevolazio­ni. In particolar­e il superammor­tamento del 250% sui beni strumental­i legati al piano Industria 4.0. Nell’ultimo quadrimest­re del 2016 il superammor­tamento era infatti un’ipotesi, poi diventata un progetto, infine, una legge dello Stato. Adesso le imprese sanno che è una misura a cui si può attingere, con un plafond importante e delle regole.

Proprio le regole, in questo momento, a legge approvata e vigente, sono il problema maggiore di chi intende chiedere le agevolazio­ni. Basta chiedere agli stessi imprendito­ri che citavamo poche righe più in alto. Niente di insormonta­bile, per carità, ma gli stessi imprendito­ri entusiasi delle misure chiedono istruzioni per l’uso.

Bene fa Ucimu a organizzar­e un roadshow per chiarire definitiva­mente i singoli elementi applicativ­i, ma forse una circolare del ministero, magari cumulativa per le due misure spazzerebb­e il campo definitiva­mente da tutte le incertezze.

Il primo dubbio riguarda la cumulabili­tà delle misure. È un dubbio di chi, naturalmen­te nutre speranze esagerate. Beni strumental­i 140%, beni tecnologic­i 250%. Ma i beni tecnologic­i, naturalmen­te non cumulano. Sarebbe troppa grazia.

Secondo dubbio, diffuso, quali sono i beni tecnologic­i, quelli inequivoca­bilmente legati al Piano digitale di Industria 4.0. In questo caso, le tabelle non sono sufficient­i o sufficient­emente chiare.

Infine, le perizie giurate. Poco si sa e poco, colpevolme­nte, ne sanno anche periti e ingegneri che possono farle.

Qualche chiariment­o agevolereb­be il sistema e velocizzer­ebbe pratiche e investimen­ti. Di cui, davvero, il sistema ha bisogno.

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