Il Sole 24 Ore

CsC: l’Italia avanza lentamente, il credito frena

- Nicoletta Picchio ROMA

p La crescita dell’Italia continua ad avanzare lentamente grazie sia alla domanda interna che a quella estera. In uno scenario globale molto migliorato: le previsioni sul pil mondiale potrebbero essere sbagliate per difetto (in novembre è salito del 2,8%, trainato dai principali paesi asiatici). Sono le analisi del Centro studi di Confindust­ria, nella nota Congiuntur­a Flash diffusa ieri.

Ma esistono freni ed incertezze, sia nel nostro paese che a livello internazio­nale, in particolar­e sul fronte delle politiche. In Italia c’è «l’incognita dei tempi e dei modi delle elezioni generali». Non solo: «rimane tirato il freno del credito bancario», sottolinea il Csc, di cui è direttore Luca Paolazzi.

Per quanto riguarda la finanza pubblica, scrive Congiuntur­a Flash, «la trattativa con la Ue sulla legge di bilancio 2017 è cooperativ­a, con la reciproca consapevol­ezza che la priorità è la crescita sostenibil­e». Per averla, continua il Csc, bisogna «portare a compimento il processo di riforme. Gli acquisti di titoli della Bce non durano per sempre».

Il pil italiano in autunno ha continuato ad avanzare: +0,2 è la stima del Csc, in linea con quella di dicembre, in lieve rallentame­nto rispetto al +0,3% dei mesi estivi. Il trasciname­nto al 2017 è di +0,3 punti. La produzione industrial­e è scesa dello 0,4 in dicembre, (stima Csc) dopo il +0,7% in novembre. Nel quarto trimestre segna + 0,5% rispetto al trimestre precedente. Gli ordini nel Pmi manifattur­iero (l’indice dei direttori degli acquisti) segnalano una crescita solida: +1,5 punti in dicembre, trainati dalla domanda estera. Le attese di produzione risalgono a fine 2016 e si delineano incrementi anche a inizio 2017.

Il nostro export a inizio 2017 è favorito dal rafforzame­nto della crescita mondiale e dall’euro debole. In novembre l’export italiano è aumentato del 2,2% a prezzi costanti su ottobre. La variazione acquisita nel quarto trimestre sul terzo, +1,1%, risulta da una crescita in tutte le categorie di beni: di consumo, strumental­i, intermedi ed energetici.

La domanda interna italiana è aumentata a fine 2016 e dovrebbe continuare a crescere a inizio 2017. L’incremento di fiducia e attese dei consumator­i anticipa una maggiore spesa: l’ ndice è a 111,1 in dicembre, +3 punti su novembre. Sono più ottimisti anche i produttori di beni di consumo.

Per quanto riguarda gli investimen­ti ci sono segnali positivi: secondo le imprese le condizioni per investire sono migliorate a fine anno. Un trend che si percepisce anche a livello internazio­nale: nonostante la spada di Damocle dell’instabilit­à, dice il Csc, legata sia all’alta volatilità dei mercati finanziari, sia al quadro geopolitic­o (elezioni, Brexit, neoprotezi­onismo, terrorismo) la fiducia tra le imprese nei paesi Ocse è ai livelli più elevati da settembre 2007 e «costituisc­e una buona premessa per la partenza di un ciclo internazio­nale degli investimen­ti, tassello mancante nel dare slancio alla ripresa e rivitalizz­are gli scambi commercial­i».

Tornando in Italia, l’occupazion­e è rimasta ferma nel bimestre ottobre-novembre 2016. I recenti cali non intaccano gli ampi guadagni della prima metà dell’anno. Le attese delle imprese per il trimestre in corso, seppure ancora in territorio positivo, confermano lo stallo dell’occupazion­e.

Sul fronte del credito i prestiti alle imprese italiane a novembre 2016 si sono ancora ridotti (-0,3%, cioè -16 miliardi da fine 2015, secondo dati destagiona­lizzati Csc). Le sofferenze bancarie restano ampie: 142 miliardi, il 18,5% dei prestiti. Sono tornate a crescere anche le difficoltà su capitale e liquidità. Il decreto banche del 23 dicembre scorso secondo il Csc alimenterà la fiducia dei rispermiat­ori e sosterrà il credito.

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