CsC: l’Italia avanza lentamente, il credito frena
p La crescita dell’Italia continua ad avanzare lentamente grazie sia alla domanda interna che a quella estera. In uno scenario globale molto migliorato: le previsioni sul pil mondiale potrebbero essere sbagliate per difetto (in novembre è salito del 2,8%, trainato dai principali paesi asiatici). Sono le analisi del Centro studi di Confindustria, nella nota Congiuntura Flash diffusa ieri.
Ma esistono freni ed incertezze, sia nel nostro paese che a livello internazionale, in particolare sul fronte delle politiche. In Italia c’è «l’incognita dei tempi e dei modi delle elezioni generali». Non solo: «rimane tirato il freno del credito bancario», sottolinea il Csc, di cui è direttore Luca Paolazzi.
Per quanto riguarda la finanza pubblica, scrive Congiuntura Flash, «la trattativa con la Ue sulla legge di bilancio 2017 è cooperativa, con la reciproca consapevolezza che la priorità è la crescita sostenibile». Per averla, continua il Csc, bisogna «portare a compimento il processo di riforme. Gli acquisti di titoli della Bce non durano per sempre».
Il pil italiano in autunno ha continuato ad avanzare: +0,2 è la stima del Csc, in linea con quella di dicembre, in lieve rallentamento rispetto al +0,3% dei mesi estivi. Il trascinamento al 2017 è di +0,3 punti. La produzione industriale è scesa dello 0,4 in dicembre, (stima Csc) dopo il +0,7% in novembre. Nel quarto trimestre segna + 0,5% rispetto al trimestre precedente. Gli ordini nel Pmi manifatturiero (l’indice dei direttori degli acquisti) segnalano una crescita solida: +1,5 punti in dicembre, trainati dalla domanda estera. Le attese di produzione risalgono a fine 2016 e si delineano incrementi anche a inizio 2017.
Il nostro export a inizio 2017 è favorito dal rafforzamento della crescita mondiale e dall’euro debole. In novembre l’export italiano è aumentato del 2,2% a prezzi costanti su ottobre. La variazione acquisita nel quarto trimestre sul terzo, +1,1%, risulta da una crescita in tutte le categorie di beni: di consumo, strumentali, intermedi ed energetici.
La domanda interna italiana è aumentata a fine 2016 e dovrebbe continuare a crescere a inizio 2017. L’incremento di fiducia e attese dei consumatori anticipa una maggiore spesa: l’ ndice è a 111,1 in dicembre, +3 punti su novembre. Sono più ottimisti anche i produttori di beni di consumo.
Per quanto riguarda gli investimenti ci sono segnali positivi: secondo le imprese le condizioni per investire sono migliorate a fine anno. Un trend che si percepisce anche a livello internazionale: nonostante la spada di Damocle dell’instabilità, dice il Csc, legata sia all’alta volatilità dei mercati finanziari, sia al quadro geopolitico (elezioni, Brexit, neoprotezionismo, terrorismo) la fiducia tra le imprese nei paesi Ocse è ai livelli più elevati da settembre 2007 e «costituisce una buona premessa per la partenza di un ciclo internazionale degli investimenti, tassello mancante nel dare slancio alla ripresa e rivitalizzare gli scambi commerciali».
Tornando in Italia, l’occupazione è rimasta ferma nel bimestre ottobre-novembre 2016. I recenti cali non intaccano gli ampi guadagni della prima metà dell’anno. Le attese delle imprese per il trimestre in corso, seppure ancora in territorio positivo, confermano lo stallo dell’occupazione.
Sul fronte del credito i prestiti alle imprese italiane a novembre 2016 si sono ancora ridotti (-0,3%, cioè -16 miliardi da fine 2015, secondo dati destagionalizzati Csc). Le sofferenze bancarie restano ampie: 142 miliardi, il 18,5% dei prestiti. Sono tornate a crescere anche le difficoltà su capitale e liquidità. Il decreto banche del 23 dicembre scorso secondo il Csc alimenterà la fiducia dei rispermiatori e sosterrà il credito.