Per sbloccare la fusione Fs-Anas ipotesi decreto
pC’è un legame fra la fusione Anas-Fs e la quotazione in Borsa delle Frecce (o più probabilmente Frecce + Intercity) di Fs?
Formalmente no: la seconda operazione è possibile anche se non si fa la prima. È un fatto, però, che sia il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, sia l’amministratore delegato delle Ferrovie italiane, Renato Mazzoncini, hanno più volte creato un nesso implicito considerando le due operazioni prioritarie: un pilastro fondamentale del rilancio e dell’espansione che il gruppo ferroviario ha sancito di voler percorrere con l’approvazione del piano industriale.
Per certi versi, la fusione con Anas - che è poi in realtà un’acquisizione di Anas da parte di Ferrovie - è anche più strategica della quotazione in Borsa di Piazzale della Croce Rossa. Vista dal lato Fs, garantisce una forte espansione in termini di personale, fatturato e soprattutto investimenti. Vista dal lato del ministro, potrebbe essere l’occasione per accelerare gli investimenti stradali come è già successo per quelli ferroviari.
Quanto allo sbarco in Piazza Affari, darebbe certamente prestigio e afflusso di capitali nuovi al gruppo Fs, ma quasi certamente sarebbe compensato parzialmente dal Tesoro con la richiesta di un dividen- do straordinario o con una riduzione dei trasferimenti statali verso Fs.
Il nodo che ha bloccato la fusione Anas-Fs - per cui esiste ancora un tavolo tecnico fra i due ministeri - resta la mancata soluzione di alcuni aspetti non secondari dell’attività della società stradale guidata da Gianni Vittorio Armani: lo status dell’autonomia finanziaria; la definizione dei corrispettivi previsti dal contratto di servizio con lo Stato che quell’autonomia finanziaria dovrebbero assicurare (e su cui non c’è ancora intesa fra Mef e Mit); la conseguente uscita dal perimetro della pubblica amministrazione; un contenzioso con gli appaltatori che pesa per circa 8 miliardi. Non solo fino a oggi Eurostat non ha dato il via libera alla “privatizzazione” formale della società, ma il rischio è addirittura di ritrascinare nel perimetro pubblico le Fs in caso di fusione. Quanto al contenzioso tutte le soluzioni ipotizzate sono state fermate. Per questo al ministero delle Infrastrutture stanno pensando a un intervento per decreto legge che dovrebbe appianare queste questioni e riaprire il dossier della fusione. Norme già proposte per la legge di bilancio e poi non accolte dal Mef. Che in questa fase sembra vedere con favore l’ipotesi di riaprire il dossier quotazione in Borsa di Fs lasciando da parte Anas. Delrio e Mazzoncini permettendo.