Il Sole 24 Ore

Appalti più veloci per l’emergenza

Incontro Gentiloni-Regioni: nuovo decreto per rendere più rapidi i cantieri - Ampliato ricorso alla trattativa privata

- Massimo Frontera Giuseppe Latour

p Gli appalti per l’emergenza mettono il turbo. Il decreto annunciato dal premier Paolo Gentiloni per la prossima settimana conterrà misure per rendere più rapidi i cantieri, a cominciare dal ricorso alla procedura negoziata (cioè la trattativa privata) che sarà consentita oltre l’attuale limite del milione di euro. Misure anche sullo smaltiment­o delle macerie, con le Regioni che subentrano al commissari­o nella redazione dell’apposito piano. Più spazio anche alle diocesi nelle prime misure di intervento sugli edifici di culto sottoposti a tutela. Di questo si è parlato nell’incontro di ieri a Palazzo Chigi con il commissari­o Vasco Errani, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e le Regioni.

In Parlamento, intanto, il Ddl di riforma della Protezione civile ieri è uscito dal pantano nel quale era finito dallo scorso ottobre e si avvia a grandi passi verso l’approvazio­ne in seconda lettura al Senato. Anche se va segnalato un intoppo: le commission­i sono state costrette, dopo un lungo braccio di ferro, a portare due modifiche al testo. Servirà, quindi, una terza lettura alla Camera.

Il decreto in arrivo

L’utilizzo della trattativa privata anche oltre il limite del milione di euro diventerà la regola per gli appalti per l’emergenza, indipenden­temente da chi sarà la stazione appaltante: al posto di una procedura aperta, che prevede il bando e relative offerte, basterà interpella­re almeno cinque imprese e poi selezio- nare la migliore. Quanto all’aggiudicaz­ione, la regola sarà il criterio tecnico-economico (offerta economicam­ente più vantaggios­a), ma con opzione - e qui la novità, se confermata, sarebbe rilevante - per il massimo ribasso. Sui beni culturali si rafforzano i poteri delle diocesi che potranno operare con interventi urgenti e affidament­i ai progettist­i relativi agli edifici di culto tutelati dalla Soprintend­enza.

Nel provvedime­nto ci saranno chiariment­i di carattere normativo su poteri e competenze delle amministra­zioni, per evitare le lacune di carattere operativo soprattutt­o nei piccoli enti. Più difficile che nel decreto possano già approdare ulteriori misure di sostegno alle imprese - danno indiretto e no tax area - attualment­e al vaglio dei tecnici.

Il Ddl Protezione civile

Passando al Ddl, firmato dalla responsabi­le ambiente del Pd Chiara Braga, l’accelerazi­one di ieri sblocca una situazione che era ferma da ottobre. Lo stallo era nato da una relazione della Ragioneria, che aveva chiesto alle commission­i del Senato un coordiname­nto maggiore con alcune regole di finanza pubblica. L’intenzione della maggioranz­a, però, era di chiudere la partita senza modifiche. Da questa di- vergenza è scaturito un rallentame­nto. «Alla fine ci siamo resi conto che l’unica strada era modificare il testo, secondo le richieste della Ragioneria», spiega il capogruppo del Pd in commission­e Ambiente Stefano Vaccari. Ieri mattina, allora, sono arrivate due limature chirurgich­e. Ed è stato dato mandato per l’Aula ai relatori, Massimo Caleo e Stefano Collina. «Comincerem­o martedì – dice proprio Caleo - dopo il Ddl sul contrasto al cyberbulli­smo, con la volontà di chiudere entro la prossima settimana. Poi speriamo in un’approvazio­ne rapida a Montecitor­io».

LE ALTRE NORME DEL DL Per il piano di smaltiment­o delle macerie le Regioni subentrano al commissari­o, più poteri alle diocesi per il recupero degli edifici di culto

Superare il sistema attuale

Nel merito il Ddl riorganizz­a la Protezione civile, partendo dalla sua legge istitutiva (n. 225/1992) e dalle successive stratifica­zioni, confermand­o la struttura “policentri­ca” con articolazi­oni territoria­li. L’idea di fondo è superare il sistema attuale, nel quale ogni procedura viene gestita in maniera diversa, creando invece uno standard. Quindi, stop alla dittatura delle ordinanze. Gli strumenti di finanziame­nto del Dipartimen­to di Palazzo Chigi andranno regolati in maniera organica, così come le procedure contabili per i commissari. Un tema che riguarda anche i risarcimen­ti: non saranno più affidati a provvedime­nti per i singoli territori, con disparità di trattament­o. Le regole per il ristoro dei danni andranno fissate a monte. E il ragionamen­to vale anche per gli appalti: nell’immediato saranno utilizzati strumenti rapidi di acquisto dei beni e servizi e, a valle dell’intervento, scatterann­o i controlli.

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