Appalti più veloci per l’emergenza
Incontro Gentiloni-Regioni: nuovo decreto per rendere più rapidi i cantieri - Ampliato ricorso alla trattativa privata
p Gli appalti per l’emergenza mettono il turbo. Il decreto annunciato dal premier Paolo Gentiloni per la prossima settimana conterrà misure per rendere più rapidi i cantieri, a cominciare dal ricorso alla procedura negoziata (cioè la trattativa privata) che sarà consentita oltre l’attuale limite del milione di euro. Misure anche sullo smaltimento delle macerie, con le Regioni che subentrano al commissario nella redazione dell’apposito piano. Più spazio anche alle diocesi nelle prime misure di intervento sugli edifici di culto sottoposti a tutela. Di questo si è parlato nell’incontro di ieri a Palazzo Chigi con il commissario Vasco Errani, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e le Regioni.
In Parlamento, intanto, il Ddl di riforma della Protezione civile ieri è uscito dal pantano nel quale era finito dallo scorso ottobre e si avvia a grandi passi verso l’approvazione in seconda lettura al Senato. Anche se va segnalato un intoppo: le commissioni sono state costrette, dopo un lungo braccio di ferro, a portare due modifiche al testo. Servirà, quindi, una terza lettura alla Camera.
Il decreto in arrivo
L’utilizzo della trattativa privata anche oltre il limite del milione di euro diventerà la regola per gli appalti per l’emergenza, indipendentemente da chi sarà la stazione appaltante: al posto di una procedura aperta, che prevede il bando e relative offerte, basterà interpellare almeno cinque imprese e poi selezio- nare la migliore. Quanto all’aggiudicazione, la regola sarà il criterio tecnico-economico (offerta economicamente più vantaggiosa), ma con opzione - e qui la novità, se confermata, sarebbe rilevante - per il massimo ribasso. Sui beni culturali si rafforzano i poteri delle diocesi che potranno operare con interventi urgenti e affidamenti ai progettisti relativi agli edifici di culto tutelati dalla Soprintendenza.
Nel provvedimento ci saranno chiarimenti di carattere normativo su poteri e competenze delle amministrazioni, per evitare le lacune di carattere operativo soprattutto nei piccoli enti. Più difficile che nel decreto possano già approdare ulteriori misure di sostegno alle imprese - danno indiretto e no tax area - attualmente al vaglio dei tecnici.
Il Ddl Protezione civile
Passando al Ddl, firmato dalla responsabile ambiente del Pd Chiara Braga, l’accelerazione di ieri sblocca una situazione che era ferma da ottobre. Lo stallo era nato da una relazione della Ragioneria, che aveva chiesto alle commissioni del Senato un coordinamento maggiore con alcune regole di finanza pubblica. L’intenzione della maggioranza, però, era di chiudere la partita senza modifiche. Da questa di- vergenza è scaturito un rallentamento. «Alla fine ci siamo resi conto che l’unica strada era modificare il testo, secondo le richieste della Ragioneria», spiega il capogruppo del Pd in commissione Ambiente Stefano Vaccari. Ieri mattina, allora, sono arrivate due limature chirurgiche. Ed è stato dato mandato per l’Aula ai relatori, Massimo Caleo e Stefano Collina. «Cominceremo martedì – dice proprio Caleo - dopo il Ddl sul contrasto al cyberbullismo, con la volontà di chiudere entro la prossima settimana. Poi speriamo in un’approvazione rapida a Montecitorio».
LE ALTRE NORME DEL DL Per il piano di smaltimento delle macerie le Regioni subentrano al commissario, più poteri alle diocesi per il recupero degli edifici di culto
Superare il sistema attuale
Nel merito il Ddl riorganizza la Protezione civile, partendo dalla sua legge istitutiva (n. 225/1992) e dalle successive stratificazioni, confermando la struttura “policentrica” con articolazioni territoriali. L’idea di fondo è superare il sistema attuale, nel quale ogni procedura viene gestita in maniera diversa, creando invece uno standard. Quindi, stop alla dittatura delle ordinanze. Gli strumenti di finanziamento del Dipartimento di Palazzo Chigi andranno regolati in maniera organica, così come le procedure contabili per i commissari. Un tema che riguarda anche i risarcimenti: non saranno più affidati a provvedimenti per i singoli territori, con disparità di trattamento. Le regole per il ristoro dei danni andranno fissate a monte. E il ragionamento vale anche per gli appalti: nell’immediato saranno utilizzati strumenti rapidi di acquisto dei beni e servizi e, a valle dell’intervento, scatteranno i controlli.