Rigopiano: 29 morti Per sisma e maltempo in campo 11mila uomini
pI l numero delle persone identificate è arrivato a 24. Ma non ci sono più dispersi nella tragedia dell’hotel Rigopiano, i corpi recuperati delle vittime della valanga sono 29. I sopravvissuti sono 11. In corso l’indagine della procura di Pescara.
Le operazioni di soccorso all’albergo di Farindola sono state «tra le più complesse che abbiamo mai gestito»: una situazione con «un crollo di un edificio di quattro piani sotto una valanga in uno scenario di terremoto, con l’impossibilità di arrivare sia via terra che via aria e con le comunicazioni difficili». Così il direttore centrale delle emergenze dei Vigili del Fuoco, Giuseppe Romano, ha ricostruito il lavoro fatto dai pompieri e dagli altri soccorritori. «I vigili del fuoco – ha detto – hanno lavorato 25, 26 ore di seguito, parlando con le persone vive e facendogli vedere la luce della torcia, infilandosi in buchi di 30 centimetri. Non riuscirei mai a raccontarvi cosa significa». E gli elicotteri dei corpi dello Stato «hanno volato tutte le volte che era possibile e anche quando non era possibile, per cercare un varco e verificare se si poteva volare».
Su maltempo e terremoto il ministero dell’Interno ha pubblicato sul suo sito (www.interno.it) un resoconto sui soccorsi: Protezione civile, forze dell’ordine e armate - l’Esercito soprattutto - e Vigili del fuoco hanno operato con circa 11mila uomini. Sono oltre 200 i comuni in cui il sistema di protezione civile ha effettuato interventi dopo l’eccezionale ondata di maltempo e dalle scosse di terremoto del 18 gennaio. Circa 4mila i mezzi e quasi 11mila le donne e gli uomini del sistema di protezione civile impegnati sul campo, tra strutture operative, organizzazioni nazionali di volontariato, colonne mobili regionali, centri di competenza tecnico-scientifica e aziende erogatrici di servizi. A questi va aggiunto il personale delle amministrazioni statali e delle regioni, oltre alle associazioni di volontariato.
In circa 60 Comuni – distribuiti nelle province di Ascoli Piceno e Macerata nelle Marche, a Chieti, l’Aquila, Pescara e Teramo in Abruzzo – sono oltre 4mila le persone assistite, cui si aggiungono le circa 10mila persone già assistite in seguito ai terremoti di agosto e ottobre. Gli interventi hanno riguardato il recupero di persone rimaste isolate, trasporto di viveri, farmaci o carburante, ripristino della viabilità e delle infrastrutture, rimozione della neve, distribuzione di foraggio per gli animali, messa in sicurezza, monitoraggio delle zone a rischio valanghe e delle dighe.
In Abruzzo le associazioni di categoria lanciano l’allarme per il rischio che il tessuto produttivo regionale non riesca a risollevarsi. Gli operatori economici chiedono una serie di misure, a partire dalla sospensione per sei mesi di tutte le imposte nelle zone colpite.
La Cna Abruzzo, in particolare, indica tre mosse necessarie per rilanciare le sorti del turismo regionale: sospensione per almeno sei mesi di tutte le imposte nelle zone colpite dalla recente ondata di maltempo; piano di rilancio dell’immagine turistica dell’Abruzzo, a cominciare dalla montagna; messa a punto di piani di emergenza e prevenzione.
L’ALLARME PER L’ECONOMIA Tessuto produttivo a rischio in Abruzzo. Chiesta dalle imprese la sospensione per sei mesi di tutte le imposte nelle zone colpite