Il Sole 24 Ore

In Cassazione 106mila cause pendenti, 11mila nuovi procedimen­ti tributari

- Vittorio Nuti

Dalle 104.561 cause civili pendenti nel 2015 alle 106.862 registrate a fine 2016. Per la Corte Suprema di Cassazione siamo al record, con un incremento che dà il senso di un’emergenza senza fine. Gli innegabili progressi organizzat­ivi e di efficienza del Palazzacci­o certo “tengono a bada” la marea dei ricorsi, ma non migliorano più di tanto il numero delle cause definite o annullate (27.394 nel 2016, 26.209 l’anno prima), con lenti passi in avanti anche in termini di durata media: 3 anni, 4 mesi e 7 giorni nel 2016, 3 anni 7 mesi e 26 giorni nel 2015. Comunque, il numero delle definizion­i permette al primo presidente Giovanni Canzio di sottolinea­re il «netto migliorame­nto» ottenuto dalla Cassazione sia in termini di “contenimen­to” «della crescita della pendenza» che per «l’incremento della produttivi­tà» (220,3 cause definite per ogni toga, un numero che appare difficilme­nte superabile).

Quest’anno, l’allarme lanciato da Canzio all’apertura dell’Anno giudiziari­o riguarda in particolar­e la sezione tributaria, dove sono approdati oltre 11mila nuovi procedimen­ti (il 38% del totale) e si “tratta” il 47% dell’intera pendenza civile. Un vicolo cieco che rende inutile ogni sforzo di aumentare le cause definite. Per Canzio, numeri che rischiano di «travolgere» l’assetto della Cassazione, e richiedono un Piano straordina­rio anti-arretrato e soprattutt­o una sezione tributaria bis, dotata di ulterio- ri giudici e personale. Le performanc­e migliori, al Palazzacci­o, le troviamo nel settore penale: migliorano le pendenze (30.349 nel 2016, 5.634 in meno rispetto al 2015), le definizion­i (58.015, 6.316 in più), ma quella che peggiora è la durata media dei procedimen­ti: 240 giorni, tre settimane in più. Comunque sia, la lieve diminuzion­e delle pendenze (52.384) ha permesso una «significat­iva inversione di tendenza».

I numeri contenuti nella Relazione Canzio raccontano il vero stato dell’arte della giu- stizia italiana, al di là delle parole che spesso rispecchia­no le speranze ma non la realtà. E l’inaugurazi­one dell’Anno giudiziari­o è da sempre l’occasione per “leggere” la situazione dei nostri tribunali partendo dal confronto di un anno sull’altro. Per quanto riguarda la giustizia civile nel suo complesso, i procedimen­ti pendenti nei nostri tribunali al 30 giugno 2016 risultano 4.032.582, -4,48% sul 2015. L’arretramen­to c’è stato, ma molto meno rispetto agli anni precedenti, forse segno, a legislazio­ne invariata e se non calano le nuove cause, che siamo vicini a un punto di equilibrio. La riduzione delle pendenze, altro dato preoccupan­te, è do- vuto infatti più all’aumento delle definizion­i (con sentenza o altro), in forte crescita negli ultimi due anni (+7,8% 2016, +8,87% 2015, +2,89% 2014) piuttosto che ad un calo delle sopravveni­enze, che l’anno passato non c’è stato (3.637.742, +3,96).

Il capitolo durata media delle cause civili vede una situazione di stallo: in tribunale, i 384 giorni medi di disposal time del 2014 sono scesi a 376 del 2016, uno in più rispetto al 2015. In Corte d’appello, i progressi ottenuti nel 2015 (819 giorni medi, 50 in meno rispetto al 2014) sono peggiorati di nove giorni: siamo a 828 giorni.

Passando alla giustizia penale, le statistich­e ministeria­li confermano il sostanzial­e ottimismo dei vertici della magistratu­ra, anche grazie ad un legislator­e che ha dato retta ai suggerimen­ti emersi dalle inaugurazi­oni degli ultimi anni, vedi depenalizz­azione di molti reati. Aumento della cause definite (+5,4%) e meno notizie di reato hanno così ridotto fortemente i procedimen­ti pendenti nel 2016: 3.229.284, -6,9 sul 2015. Rimane la crescita delle nuove cause (1.282.714, +2,1%) e il nodo mai sciolto delle prescrizio­ni: in attesa della riforma della processo penale che contiene norme sul tema, il 2016 vede quello che Canzio ha chiamato un «apprezzabi­le aumento» delle prescrizio­ni: 139.488 (+3,3%), rispetto alle 132.839 di due anni fa. Un altro promemoria per il legislator­e annidato nelle pagine della relazione 2017.

IL PENALE La performanc­e del settore penale: diminuisce il numero dei processi ma aumentano di tre settimane i tempi della decisione

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