Il Sole 24 Ore

L’Anm diserta l’inaugurazi­one: «L’esecutivo si sceglie i giudici»

- V. N.

pStrappo tra Anm e via Arenula all’ombra della Cassazione. Per la prima volta nella sua storia senza rappresent­anti ufficiali all’inaugurazi­one dell’Anno giudiziari­o a piazza Cavour, per l’Associazio­ne nazionale magistrali quella di ieri è stata la giornata della protesta “a distanza” contro Governo e Guardasigi­lli. Nel mirino il controvers­o decreto legge 168/2016 sull’efficienta­mento della giustizia (convertito a ottobre nella legge 197/2016), e in particolar­e le misure sull’età pensionabi­le delle toghe con la proroga del trattenime­nto in servizio sino a 72 anni dei soli vertici della Cassazione. L’Anm la considera arbitraria e pericolosa, perché permette all’Esecutivo «di scegliere i magistrati da trattener in servi- zio o da collocare a riposo», andando contro la Costituzio­ne e le norme internazio­nali. Insomma, «un vulnus senza precedenti nella storia della Repubblica per quanto riguarda l’indipenden­za e l’autonomia della magistratu­ra», spiega a metà giornata in conferenza stampa all’ultimo piano del Palazzacci­o il leader dell’associazio­ne Piercamill­o Davigo.

Al momento non tira aria di sciopero (si deciderà il 18 febbra- io), ma Davigo conferma la serietà della mobilitazi­one, al punto che l’Anm potrebbe «adire a soluzioni sovranazio­nali», vedi ricorsi alla Corte di Giustizia Ue o alla Cedu. Tutto pur di stoppare una norma che una delibera Anm ritiene aver creato «due categorie» di giudici: «i pochi di una categoria superiore, che devono rimanere in servizio, e tutti gli altri di una categoria inferiore che devono essere collocati a riposo». Il decreto non piace anche su altri fronti: «Inaccettab­ile» anche l’innalzamen­to da 3 a 4 anni del termine per poter chiedere il trasferime­nto da parte dei magistrati di prima nomina. Una «misura di facciata», che penalizza i giovani e nasconde carenze di organico e struttural­i della giustizia.

Lo strappo del sindacato delle toghe arriva dopo vari tentativi di dialogo con l’ex premier Renzi e il ministro della Giustizia Orlando, culminati in un incontro ad ottobre in cui l’esecutivo aveva assunto «precisi impegni politici», aggirati a distanza di poche ore con il voto di fiducia sul decreto incriminat­o. Quindi, conclude Davigo, «nessuno degli impegni è stato mantenuto», ed è venuto il momento della protesta.

Quello dell’Anm, fanno sapere in serata da via Arenula, è un attacco strumental­e e in malafede, che ignora i progressi fatti sul fronte delle piante organiche, e non tiene contro dell’emendament­o del Governo (al decreto Milleproro­ghe all’attenzione del Senato) per riabbassar­e i termini per il trasferime­nto delle toghe di prima nomina. Rimane la proroga dell’età pensionabi­le, tema su cui è però fuori luogo lanciare crociate.

LA POSIZIONE DEL MINISTERO Fatti progressi sulle piante organiche ed è stato presentato un emendament­o per riportare da 4 a 3 anni i termini per il trasferime­nto delle toghe

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