E la raffineria di Icahn raddoppia il valore
Carl Icahn oggi inneggia alla fine della «pericolosa deriva verso il socialismo». Quella che sarebbe avvenuta sotto Barack Obama. E celebra, invece, i «brillanti» interventi del suo presidente, Donald Trump. E da celebrare, a onor del vero, qualcosa l’ha sicuramente, ma non tanto delle parole di Trump o degli ideali del capitalismo i m- prenditoriale: Icahn non è un fan qualunque; è un raider di professione che adesso è stato chiamato a vestire i panni di consigliere informale sulla deregulation della Casa Bianca e che dalla nuova influenza ha già tratto indubbi e generosi vantaggi personali.
L’80enne speculatore ha già la non facile distinzione di re Mida dentro e attorno al governo: il suo patrimonio sfiora i 18 miliardi di dollari. Ed è lievitato di forse 4 miliardi dopo le elezioni. Con un picco: la sua raffineria Cvr Energy, che aveva sofferto per normative ambientali e regole sul carburante da fonti rinnovabili, adesso vola in Borsa, con il titolo raddoppiato a 24 dollari in due mesi e mezzo. Non è tornato ai quasi 68 dollari raggiunti nel 2013, ma il guadagno è benvenuto, dato che il mercato, non il socialismo, negli ultimi tre anni aveva tradito Icahn brucian- do un terzo del valore del suo hedge fund interno e fino a due terzi della capitalizzazione della sua holding Icahn Enterprises. Quest’ultima ha ora ripreso il 25%, sostenuta proprio dal rilancio di Cvr.
Un rilancio al quale Icahn ha oggettivamente contribuito nella nuova veste di consigliere di Trump: ha raccomandato la nomina, tra gli altri, del nuovo capo dell’Agenzia per la Protezione Ambientale, Scott Pruitt, scettico dell’effetto ser- ra e che finora aveva considerato l’Epa solo per denunciarla in tribunale.
Icahn ha fama di successo irriverente - si è dato anche a performance comiche nei club di New York - che piace al neoprsidente: è stato tanto temuto quanto disprezzato dai board della Corporate America, con molti che lo pagavano purché cedesse le sue quote, una pratica poi vietata. Tra le società che ha scosso ci sono state Apple e Herbalife, e in passato Time Warner e RJR Nabisco. Adesso scuote la politica. «Brilliant», se si chiude un occhio sui conflitti di interesse.