«Tre impianti in un giorno»
p «Beh sì, oggi in effetti abbiamo ricevuto tre ordini. Tutta la settimana , in realtà, è andata benino». Mauro Biglia minimizza per tradizione. Una prudenza, tipica piemontese, che impone all’imprenditore toni dimessi, anche se questo avvio d’anno giustificherebbe una narrazione ben più roboante. La domanda italiana dei torni prodotti dalle Officine Biglia è in effetti decollata, sulla scia dei benefici fiscali varati dal Governo. Iperammortamento e Sabatini-bis rifinanziata (e potenziata per i beni 4.0) consentono alle imprese di recuperare tra minori imposte e contributi Mise fino ai due terzi dell’investimento effettuato. Una chance che il mercato sta iniziando a sfruttare, dopo aver rallentato a fine 2016. «L’anno scorso - spiega l’imprenditore, direttore commerciale dell’azienda di famiglia - si parlava molto di questi bonus ma tutti aspettavano, erano in attesa di capire. Adesso il mercato è partito, solo a gennaio abbiamo venduto in Italia una trentina di macchine, l’incremento è nell’ordine del 25-30% rispetto allo scorso anno». Per l’azienda astigiana, in grado di chiudere il 2016 con ricavi per 70 milioni di euro, non distante dai livelli pre-crisi, si prospetta quindi un anno in crescita, con un approccio da parte dei clienti in parte cambiato. «Se in passato gli impianti venivano acquistati soprattutto per
esigenze specifiche, un lavoro in più, una commessa che richiede lavorazioni particolari, oggi molti clienti lavorano sul lungo termine, pianificano la sostituzione di macchinari obsoleti sfruttando gli incentivi: tra Sabatini-bis e iperammortamento ci sono condizioni irripetibili. Abbiamo tantissime trattative aperte e credo che il picco massimo non si sia ancora visto, in fondo siamo solo a gennaio». La domanda dei clienti è sempre la stessa e non riguarda più solo il prezzo: il mercato vuole anzitutto sapere se il macchinario è davvero 4.0. «Il che - spiega Biglia - dipende da noi solo in parte. Sensori e meccanismi di connessione sono una condizione necessaria ma non sufficiente, occorre anche che il cliente metta effettivamente in rete l’impianto. Comunque il tema del 2017 sarà questo: chi può, tra i clienti, approfitterà dell’occasione». Il nodo, per molte aziende del settore, in massima parte Pmi familiari, è la capacità di assorbire picchi di attività partendo da dimensioni relativamente ridotte. «Siamo saturi già per sei mesi - spiega Biglia - e ai clienti stiamo dicendo di decidere in tempi rapidi, per evitare di sentirsi rispondere “no”. Un tema che credo riguardi molti costruttori nazionali. Il rischio è di vedere parte dei volumi transitare verso gli importatori, filiali di gruppi esteri mediamente più strutturati di noi».