Il Sole 24 Ore

Piccolo rimbalzo per i consumi

A novembre per l’Istat crescita su base annua dello 0,8% ma calo dello 0,7% rispetto al mese precedente Confcommer­cio: nel 2016 domanda in crescita di oltre l’1% grazie a servizi e auto

- Emanuele Scarci

pConsumi nel labirinto. Divergono i trend congiuntur­ale e tendenzial­e rilevati da Istat, a conferma che le famiglie italiane non hanno ritrovato né la fiducia né il potere d’acquisto antecedent­i la crisi.

Secondo Istat, a novembre 2016 le vendite al dettaglio registrano una variazione congiuntur­ale negativa dello 0,7% a valore e dello 0,8% a volume; rispetto a un anno prima, le vendite aumentano complessiv­amente dello 0,8% a valore e dello 0,7% a volume. Il primo dato positivo dopo quattro in profondo rosso e il secondo da giugno 2016.

Spacchetta­ndo il dato, le vendite di prodotti alimentari crescono dello 0,3% a valore e dello 0,2% a volume. Quelle di prodotti non alimentari registrano, rispettiva­mente, un incremento dell’1% e dello 0,9%. Sul dato possono aver influito le promozioni e gli sconti del Black friday di fine novembre.

Tra i prodotti non alimentari, l’incremento tendenzial­e più robusto riguarda i gruppi di mobili, tessile-arredament­o e farmaceuti­ci (+2,2% per entrambi). Ancora in diminuzion­e il comparto cartoleria, libri e giornali (-1,6%).

Quanto ai canali distributi­vi, rispetto a novembre 2015, Istat registra un incremento delle vendite sia per la grande distribuzi­one (+0,3%) sia, in misura più ampia, per il piccolo commercio (+1%).

Nei canali della grande distribuzi­one, continua a soffrire il format dell’iper alimentare (-1,4%), meglio il super (+0,4%) e bene il discount (+1,6%), anche se il progresso di quest'ultimo è da ascrivere all’espansione della rete commercial­e.

Secondo l’ufficio studi di Confcommer­cio «il 2016 dovrebbe chiudersi con un incremento dei consumi superiore all’1%, determinat­o dalla crescita dei servizi e dagli acquisti di auto, segmenti esclusi però dall’indice delle vendite al dettaglio. Al contrario, gli acquisti ad alta frequenza, come gli alimentari e i prodotti per la casa, mostrano ancora andamenti insoddisfa­centi. La fragilità della ripresa dei consumi nell’ultima frazione del 2016 proietta qualche ombra sul 2017, un anno che si presenta difficile, tanto per la riduzione della dinamica del reddito disponibil­e, quanto per l'incerto andamento dell'occupazion­e».

Non varia di molto il giudizio di Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistr­ibuzione, secondo cui «il dato di novembre non crediamo possa rappresent­are l’avvio di una inversione di tendenza rispetto al trend negativo degli ultimi mesi. Le condizioni generali del Paese non sembrano infatti essere cambiate in modo tale da giustifica­re una ripresa struttural­e dei consumi. Anche alla luce dei dati di novembre stimiamo che il 2016 si chiuderà con una variazione delle vendite al dettaglio vicine allo zero a valore ma negative a volume».

Più precise le rilevazion­i sui prodotti di largo consumo confeziona­to di Iri: nell’intero 2016 le vendite sono aumentate dello 0,7% a 63,6 miliardi mentre a volume la crescita è stata dell’1%. Risultati però raggiunti grazie a una pressione promoziona­le elevata, il 27,9% (come l’anno prima).

IL MIX Gli alimentari crescono dello 0,3% a valore, il non food avanza dell’1%. Aumenti robusti per mobili, tessile e farmaceuti­ci

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