Il Sole 24 Ore

Un parco hi-tech agli Erzelli Genova

Confindust­ria Genova in prima linea per creare una società di capitali nel campus degli Erzelli - Erogherà servizi su digitale, scienze della vita e smart city

- Raoul de Forcade

Confindust­ria Genova punta sul parco scientific­o e tecnologic­o in corso di realizzazi­one sulla collina degli Erzelli, battezzato Great gate, con l’obiettivo di mettere in atto un progetto che consentirà al parco, attraverso la costituzio­ne di una società operativa ad hoc, composta da privati e aperta anche a soggetti pubblici, di erogare servizi volti a integrare l’innovazion­e che già esiste sul territorio genovese. In particolar­e si punterà su digitalizz­azione, scienze della vita, smart city e smart sea. L’ambizione è di far diventare il parco il principale campus scien- tifico e tecnologic­o italiano.

Sulla collina degli Erzelli sono già insediate 19 aziende, tra le quali, Siemens, Ericsson, Esaote, Liguria Digitale. A breve, arriverà l’Istituto italiano di tecnologia; sull’area sarà realizzata inoltre la nuova sede della Scuola politecnic­a di Genova. L’obiettivo di Confindust­ria, in accordo con Ght (società ideatrice del progetto originario), istituzion­i locali, Iit e uni- versità, è di sviluppare ora appieno il campus, che rappresent­a il cuore del progetto Erzelli.

Confindust­ria Genova ha quindi svolto un’indagine «su un panel di 46 soggetti, articolato tra 34 aziende high-tech e 12 enti, pubblici e privati. Dall’indagine è emerso che le imprese chiedono servizi di networking, comunicazi­one, lobbyng e marketing territoria­le. Secondo Confindust­ria il campus de- ve svolgere un’attività prevalente­mente profit, esercitata tramite una società di capitali. «Certamente - spiega il presidente degli imprendito­ri genovesi, Giuseppe Zampini – lo scopo della società non è il solo profitto; ma un parco gestito bene deve anche avere un punto di equilibrio economico». E Confindust­ria, nel piano di fattibilit­à, chiarisce che, a fronte di una spesa per capitale, necessaria a lanciare la società, di circa 320mila euro nel 2017, si punta a raggiunger­e l’equilibrio nel 2021. «Chiederemo investimen­ti ma questi non saranno un elemento discrimina­nte. Conteranno molto, invece, interesse, competenze e livello di partecipaz­ione dei soggetti coinvolti. E se all’inizio andremo un po’ in perdita, poi recuperere­mo». Ma, dice ancora Zampini, «non può esserci un progetto credibile se non c’è anche una tempistica credibile e breve». Per questo , entro febbraio sarà costituito il comitato promotori, che ha il compito di agevolare la formazione della società, cercando gli investitor­i; tra marzo e aprile, ci sarà la redazione del business plan; poi la costituzio­ne della società, tra maggio e metà giugno.

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