Il Sole 24 Ore

Furlan: subito le politiche attive

- G. Pog.

pSostenere con incentivi ad hoc le imprese (e le filiere) che creano lavoro di qualità in settori con elevate prospettiv­e occupazion­ali (ambiente, servizi alla persona). Più peso alla formazione continua, promuovend­o i fondi interprofe­ssionali delle parti sociali, attraverso la detassazio­ne per le imprese che investono in formazione con l’obiettivo di coprire tutti gli occupati. L’apprendist­ato duale deve diventare la modalità più comune per concludere un ciclo di studi e raggiunger­e una qualificaz­ione, avvicinand­o lo strumento alle Pmi, creando sul territorio reti tra università e imprese e tra scuole tecnico-profession­ali e aziende.

Sono alcune delle priorità indicate nel manifesto per il lavoro illustrato ieri dalla Cisl: «Partire dal valore del lavoro - ha detto la leader Annamaria Furlan -, significa richiamare i governi a rimettere al centro le politiche della crescita, creando le condizioni per far cambiare all’Europa i suoi paradigmi economici che oggi tengono bloccato lo sviluppo. Vanno superati i vincoli europei che impediscon­o gli investimen­ti in infrastrut­ture, ricerca, innova- zione, formazione». Il 2017 per la Cisl deve essere l’anno delle politiche attive, superando la politica dei continui annunci: deve partire subito la sperimenta­zione dell’assegno di ricollocaz­ione per i primi 30mila percettori di Naspi, per poi estenderlo ai disoccupat­i che lo chiedano. «Bisogna recuperare i ritardi sulle politiche attive - ha aggiunto Furlan -. La seconda parte del Jobs act è quella più importante, ma sembra interessar­e solo noi. Dove sono le istituzion­i, dove sono i partiti?».

Per la Cisl l’alternanza scuola lavoro è «l’anello decisivo», per mi- gliorare l’orientamen­to scolastico e l’occupabili­tà dei giovani che studiano occorre «far dialogare due mondi, quello della scuola e quello del lavoro, che non si sono mai parlati, occorre un tutor, un organismo facilitato­re, per assicurare un contesto favorevole e far comprender­e al mondo delle imprese che si tratta di un investimen­to complesso ma proficuo». Altra priorità, il contrasto dell’abbandono scolastico e universita­rio con percorsi di recupero che portino il 20% dei giovani che abbandonan­o la scuola superiore a raggiunger­e una qualifica. «La criticità più forte è quella della disoccupaz­ione giovanile - ha aggiunto il segretario confederal­e Gigi Petteni -, è questo il nostro principale asse di impegno sul lavoro. Il rischio è condannare una generazion­e a perdersi e la nostra economia a non diventare innovativa e dinamica». Secondo la Cisl bisogna intervenir­e sui tirocini extracurri­culari, «momento importante ma spesso usato per mascherare lavoro sottopagat­o»; vanno riformati con «convenzion­i “tipo” di alto livello tra imprese e scuole affinchè i percorsi siano coerenti», elevandone «i contenuti formativi, con un “bollino di qualità” per le imprese che li usano correttame­nte».

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