Piano per rilanciare Montecampione
LOMBARDIA
pN uovi investimenti con l’obiettivo di tornare ai fasti degli anni Ottanta, ma con una prospettiva diversa, aperta ai circuiti internazionali e diversificata, sia a livello stagionale che di pubblico. Montecampione cerca la strada del rilancio, con l’obiettivo di raggiungere un fatturato di almeno 2 milioni di euro grazie a un nuovo piano industriale. Misa Montecampione ha rilevato la scorsa estate dalla liquidazione Msa, la società di gestione (11 impianti di risalita e 19 piste da sci per 30 chilometri) della stazione sciistica in provincia di Brescia, promuovendo un aumento di capitale da 800mila euro al quale hanno partecipato, marginalmente, anche enti pubblici, privati e commercianti e alcune associazioni.
«È stata un’assunzione di responsabilità importante - spiega Stefano Iorio, socio di Misa insieme a Matteo Ghidini -, così come è stato importante l’accordo sindacale che ci ha portato ad assumere i 10 dipendenti che erano stati licenziati con la messa in liquidazione della società».
La società ha investito immediatamente nel sistema di innevamento e in attrezzature, per potere ripartire subito con la stagione invernale. «Più del 50% del comprensorio è già operativo - spiega Iorio -, e in termini di fatturato abbiamo registrato una crescita del 50% rispetto all’anno scorso. È un punto di partenza: siamo al giro di boa». Il piano di rilancio ora guar- da alla possibilità di allargare il più possibile il bacino d’utenza. «Da un lato - aggiunge Iorio - c’è la clientela legata al mondo dello sport, Montecampione è perfetta per i principianti e adeguata a chi vuole allenarsi ad alti livelli. Dall’altro ci sono le famiglie e la stagione estiva».
La società intende investire per sviluppare entrambi i segmenti. «Nel prossimo biennio - spiega Iorio - sostituiremo e ammoderneremo almeno due seggiovie. Per la stagione estiva, invece, abbiamo in programma di attrezza- re una stazione per la pratica della mountain bike».
Nel nuovo piano industriale si punta a un fatturato di oltre 2 milioni nei prossimi anni (quest’anno dovrebbe chiudere a circa 1,5 milioni), anche grazie all’afflusso di turisti stranieri. Restano fuori dal rilancio, al momento, i due alberghi, ancora in carico al liquidatore. «Al momento - conclude Iorio - pensiamo di sfruttare la ricettività del comprensorio, compresa quella di Boario Terme e di tutta la bassa Vallecamonica. Gli hotel restano un asset strategico: è nostra intenzione rilevarli, ma solo in una fase successiva del rilancio».