«Dai sindaci Pd un modello su welfare e migranti»
«Ripartire dai territori, con il coraggio di raccontare non solo quello che nel nostro Paese non va ma anche e soprattutto le centinaia di esperienze di buon governo». Questo il senso dell’iniziativa del Pd a Rimini, nel fine settimana, quando si riuniranno gli amministratori locali del partito. Mille le adesioni arrivate finora, come ci racconta il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, classe 1974, renziano doc e in segreteria da ottobre con il ruolo di responsabile Enti locali. Una segreteria in via di rinnovamento (l’annuncio da parte di Matteo Renzi dovrebbe arrivare nelle prossime ore), che tuttavia non toccherà la casella occupata da Ricci. Quello degli amministratori democratici è un piccolo esercito: degli 8mila Comuni italiani circa il 65% sono amministrati da sindaci del centrosinistra o eletti in liste civiche del centrosinistra, e i governatori sono ben 17 su 20. Un «patrimonio di buon gover- no» da valorizzare e raccontare, anche come contributo programmatico a livello nazionale per le prossime - forse imminenti - elezioni politiche.
«Sabato cominciamo a fare una cosa che non abbiamo fatto - spiega Ricci - ossia raccontare il buon governo a livello locale. Un patrimonio di buone pratiche e di innovazione fino ad ora rimasto in ombra, dal momento che negli ultimi tempi il dibattito politico e mediatico si è concentrato sul governo nazionale da una parte su quello che fanno o non fanno i Cinque Stelle nei Comuni da loro guidati dall’altra. Cominciamo raccontando appunto 50 storie di buon governo e di innovazione, dagli interventi sul sociale e la protezione dei più deboli alle misure sull’ambiente, la cultura e l’immigrazione». Inclusione sociale e politica sui migranti, d’altra parte, saranno tra i temi al centro della prossima campagna elettorale nazionale assieme a quello dell’Europa. E qui i sindaci del Pd hanno molto da dire. «È solo da due anni che non si tagliano ulteriormente i fondi agli Enti locali - continua Ricci -. Ma veniamo da almeno sette anni neri da questo punto di vista. Eppure la prima risposta di tutti noi al crescente disagio sociale nelle nostre città è stata quella di destinare un terzo del bilancio al welfare locale. In questo ci hanno aiutato anche i nuovi strumenti finanziari e normativi creati dal governo: penso al fondo per la non autosufficienza, alla legge “dopo di noi” sulla disabilità, alle misure sulla povertà estrema contenute nell’ultima Legge di bilancio».
Quanto all’immigrazione, la ricetta dei sindaci dem è basata sul principio dell’accoglienza senza dimenticare la sicurezza. «Noi sindaci abbiamo sempre detto due cose: serve un’accoglienza diffusa e distribuita equamente, ossia non ci possono essere gruppi troppo grandi di migranti in Comuni troppo piccoli, e occorre rendersi conto che queste persone non possono stare tutto il giorno senza fare nulla ma vanno impiegati in lavori socialmente utili. Anche per non aggravare il problema della sicurezza». In fondo è l’impostazione «corretta e pragmatica» del neo ministro degli Interni Marco Minniti, che ha usufruito delle molte indicazioni arrivategli dai territori. C’è poi il grande capitolo degli investimenti, ricorda il giovane sindaco di Pesaro, sbloccati dalla scomparsa due anni fa del patto di stabilità interno, sostituito dalle nuove regole di bilancio: «Si tratta di 2 miliardi nel 2016 e altri 2 nel 2017 di opere pubbliche sbloccate».
A Rimini saranno presenti anche i ministri dell’Agricoltura Maurizio Martina, della Coesione e del Mezzogiorno Claudio De Vincenti, delle Infrastrutture Graziano Delrio. Oltre a Minniti, appunto, che parlerà di sicurezza e solidarietà. Renzi tirerà le fila con un discorso proiettato già alle prossime elezioni. Per un nuovo programma riformista «solidale» e «pragmatico», come insegnano i sindaci, al quale sta già lavorando l’ex sottosegretario a Palazzo Chigi Tommaso Nannicini.