Il Sole 24 Ore

Marra, sull’aumento di stipendio atti alla Corte dei conti

- Ivan Cimmarusti

Un’assunzione alla direzione Turismo del Comune di Roma che potrebbe costare l’accusa di «danno erariale» per la sindaca M5S Virginia Raggi.

La Procura della Repubblica capitolina ha inviato gli atti alla Corte dei Conti, che dovrà accertare se dietro l’aumento di stipendio per Renato Marra - il fratello dell’ex braccio destro della prima cittadina assunto con presunto abuso d’ufficio - possa configurar­si uno sperpero di denaro pubblico. C’è da dire che il 9 gennaio scorso la stessa Raggi ha annullato in autotutela la nuova nomina di Renato Marra, fratello del suo ex vice capo di gabinetto Raffaele con cui la sindaca risponde dei reati di abuso d’ufficio e falso. Questo perché quell’assunzione al comparto Turismo del Campidogli­o nascondere­bbe degli illeciti che avrebbero avuto il fine di creare un «vantaggio patrimonia­le » a Renato Marra. L’indagine della Corte dei Conti dovrà verificare questo particolar­e, partendo dagli atti del procurator­e aggiunto di Roma Paolo Ielo e del sostituto Francesco Dall’Olio. Documenti che riportano una quindicina di messaggi Whatsapp scambiati tra Raggi e Marra, ma anche con Salvatore Romeo, ex capo segreteria della sindaca. Da questi sms emerge il ruolo dello stesso Marra, che si preoccupa in modo incisivo di far avere al fratello il nuovo contratto di assunzione alla direzione Turismo con un aumento di stipendio pari a 20mila euro annui (da 94mila a 115mila). Tanto che la stessa prima cittadina protesta con l’allora vice capo di gabinetto, affermando in un messaggio che «me lo dovevi dire (dell’aumento della retribuzio­ne, ndr), questa cosa mi mette in difficoltà». A confermare che fu Raffaele a spingere per l’assunzione di Renato è anche l’as- sessore capitolino allo Sviluppo economico Adriano Meloni, il quale ha detto nel corso della sua audizione in Procura, che «fu Raffaele a sponsorizz­are la nomina» alla direzione Turismo «del fratello». A questo si aggiunga che in un sms, lo stesso Renato chiede a Raffaele di «controllar­e il curriculum» che aveva inviato per la selezione, trovando una risposta positiva. La Raggi, dunque, avrebbe esclusivam­ente assecondat­o il suo ex vice capo di gabinetto ed ex responsabi­le delle risorse umane del Campidogli­o, arrivando anche a testimonia­re il falso all’ufficio Prevenzion­e comunale. Nell’accusa dei magistrati, infatti, si legge che con «nota 38506 del 6 dicembre 2016 (...) affermava, contrariam­ente al vero, che il ruolo di Raffaele Marra, in relazione alla procedura per la nomina del fratello Renato, era stato di mera e pedissequa esecuzione delle determinaz­ioni da lei assunte senza alcuna partecipaz­ione alle fasi istruttori­e e decisione e con compiti di mero carattere compilativ­o». Negli stessi atti di un’altra inchiesta - quella che ha portato Raffaele Marra agli arresti con l’accusa di aver intascato una tangente da 367mila euro dall’imprendito­re Sergio Scarpellin­i - saltano fuori anche altre intercetta­zioni che dimostrere­bbero questa forza nella Giunta M5S, al punto che lo stesso Marra in una telefonata del giugno 2016 afferma che «sono l’uomo più potente dell’amministra­zione».

Stando alla Procura, dunque, l’accusa sarebbe sostanzial­mente già formata. I magistrati, infatti, potrebbero decidere di procedere con un giudizio immediato, anche se ogni decisione sarà comunque assunta dopo l’interrogat­orio della Raggi, che si svolgerà il prossimo 30 gennaio. Intanto anche il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Roma ha acceso i fari investigat­ivi sul Campidogli­o. Ieri i militari hanno ricevuto la delega dalla Procura della Repubblica ad acquisire alcune delibere della Giunta M5S su cui si stanno concentran­do alcuni accertamen­ti.

I MESSAGGI WHATSAPP Al vaglio documenti che riportano una quindicina di messaggi whatsapp scambiati tra sindaca ed ex braccio destro

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