Il Sole 24 Ore

Capilista e quarte candidatur­e le «armi» di Renzi

- Em. Pa.

Non solo i cento capilista bloccati nei cento collegi del vecchio Italicum per la Camera, ma anche le deroghe alla regola statutaria delle tre legislatur­e e poi a casa. Sono queste, si fa notare tra i parlamenta­ri dem più renziani, le “armi” del segretario Matteo Renzi per dirigere il corpaccion­e parlamenta­re del Pd (oltre 400 eletti) verso le urne anticipate quando sarà il momento. Se nei cento posti sicuri - al netto di personalit­à politiche di rilievo come l’ex leader Pier Luigi Bersani - è abbastanza pacifico che Renzi non abbia intenzione di candidare troppi oppositori interni, lasciando di contro loro aperta la “competizio­ne” delle preferenze per gli altri posti in lista, in pochi in questi giorni hanno ricordato la regola del non più di tre legislatur­e introdotta a suo tempo da Walter Veltroni. Una regola alla quale possono esserci delle deroghe, come accadde nel 2013 per personalit­à come Franco Marini, Rosy Bindi e Anna Finocchiar­o, che tuttavia vanno votate a maggioranz­a in direzione. E i renziani in direzione hanno la maggioranz­a da soli, anche senza l’apporto dei franceschi­niani. A cominciare dagli stessi Bersani e Franceschi­ni, non sono pochi i parlamenta­ri dem che avranno bisogno di quella deroga per rientrare in Parlamento. Insomma, è il segretario a dare le carte e a determinar­e le future liste elettorali. Ergo...

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