Il Sole 24 Ore

Non basta una nomina per far contare di più l’Italia in Europa

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Cara Cerretelli, il nuovo presidente del parlamento europeo è un italiano che contribuir­à a spostare verso destra gli equilibri all’interno delle istituzion­i politiche continenta­li. Al di là delle dichiarazi­oni di prammatica che si sono lette in questi giorni sui giornali («Voglio essere il presidente di tutti, di tutti i gruppi. Il mio compito è di rafforzare il Parlamento nei confronti della Commission­e e del Consiglio, non spingere le mie idee personali»), che cosa cambierà per noi italiani che negli ultimi anni abbiamo spesso avuto l’impression­e di contare pochino in Europa (almeno al confronto con gli altri membri fondatori)?

Lettera firmata Sicurament­e la vittoria di Antonio Tajani nella corsa alla presidenza del parlamento europeo è il risultato di un impegno e di un’affermazio­ne personali, ma segna anche un’innegabile rafforzame­nto del peso dell’Italia in Europa. Oggi infatti, alla poltrona più prestigios­a di tutte, quella di Mario Draghi alla guida della Bce a Francofort­e, e al “ministro” degli Esteri Ue Federica Mogherini a Bruxelles, aggiunge per la prima volta da quasi 40 anni la presidenza dell’europarlam­ento, una delle tre maggiori istituzion­i comunitari­e. Lei si chiede se questo ci farà contare di più nell’Unione. Io credo che per riuscirci non basti la conquista di incarichi prestigios­i: ci vuole un lavoro di lunga lena che ci permettere di recuperare credibilit­à e stabilità politica, economica e finanziari­a come sistema-paese. Purtroppo mi sembra che siamo ancora lontano da questo traguardo.

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