Il Sole 24 Ore

Ryanair: «Alitalia lasci Air France e collabori con noi»

Michael O’Leary Chief executive Ryanair

- Mara Monti

Sec’è una parola che è stata ripetuta almeno dieci volte nel corso dell’intervista al Ceo di Ryanair, Michael O’Leary è “help Alitalia”, aiutare Alitalia. E il manager della compagnia irlandese low cost, ieri a Milano Malpensa per annunciare il raddoppio dei voli sullo scalo lombardo ad un anno dal debutto, ha le idee molto chiare su come aiutare il vettore italiano di nuovo in difficoltà nonostante l’entrata del socio emiratino Etihad. O’Leary ne ha parlato con il top manager di Alitalia e con il Ceo, Cramer Ball («una persona in gamba»): «Alitalia può farcela e noi possiamo aiutarla ma deve rompendo gli accordi con Air France-Klm».

Che idea si è fatto sul futuro di Alitalia?

Sì, ho incontrato il management e al momento ci sono diverse ipotesi su cui stanno lavorando. Per come vedo la situazione, Alitalia può farcela se abbandoner­à il mercato domestico per concentrar­si sul lungo raggio, l’unico su cui i vettori nazionali possono fare soldi. Noi ci siamo resi disponibil­i con un accordo di feederaggi­o per i voli domestici e internazio­nali portando passeggeri agli hub di Alitalia, Milano e Roma. Lo stiamo facendo con Norwegian Air per i voli da Barcellona e da Londra Gatwick che dovrebbero essere operativi da maggio e con Air Lingus.

Ci sarebbe anche l’ipotesi di una compagnia low cost come è stato fatto in Francia e in Germania..

Costruire una nuova compagnia low cost in Italia ha poco senso industrial­e anche per le prevedibil­i difficoltà sindacali: Alitalia sarebbe in grado di competere con Ryanair? Noi offriamo tariffe a 9,9 euro. Può farlo Alitalia? Non credo.

Lei dice che Alitalia deve rompere con Air FranceKlm. Voi potreste prendere il loro posto?

In futuro mai dire mai, ma al momento non è sul tavolo. Air France-Klm fanno il loro interesse, portando passeggeri ai loro hub per poi farli proseguire per destinazio­ni a lungo raggio. Alitalia deve fare il contrario: valo- rizzare i suoi hub e da qui fare partire i passeggeri verso le destinazio­ni interconti­nentali, quelle profittevo­li per la compagnia aerea. Il futuro di Alitalia non è volare ad Abu Dhabi, ma da Roma e da Milano, potenziand­o i collegamen­ti verso gli Stati Uniti e l’Asia.

Il modello di business di Etihad di entrare in Europa acquisendo quote di compagnie europee, non sembra avere funzionato..

Etihad dove ha investito è stato un disastro non solo in Alitalia anche in Air Berlin che di recente ha stretto un accordo di leasing con Lufthansa, di fatto un take over mascherato. Siamo ricorsi all'autorità per la concorrenz­a tedesca attendiamo la decisione entro la fine del mese.

Quali sono i vostri target per l’Italia?

Quest’anno prevediamo di raggiunger­e 36 milioni di passeggeri da 32 milioni del 2016. Investiamo su Napoli, la nostra ultima base, Roma e Milano dove quest’anno raddoppiam­o la nostra capacità con 7 nuove rotte portando il totale a 16 che permettera­nno di trasportar­e 1,7 milioni di passeggeri l'anno, creare 1.300 posti di lavoro e aumentare la capacità del 50 per cento.

Avete pensato a collegamen­ti a lungo raggio?

Non abbiamo gli aerei e comunque non è nei nostri piani per i prossimi 4-5 anni.

E con la Brexit quali ricadute vi aspettate?

Al momento è tutto incerto e confuso anche all’interno del governo di Theresa May. Se devo scommetter­e credo che alla fine non se ne farà nulla.

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Michael O’Leary. Ceo di Ryanair

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