Il Sole 24 Ore

Titoli per 100 miliardi in mano a Parigi

- Carlo Festa

pOltre 100 miliardi di euro. È la cifra, più o meno, del debito pubblico italiano in mano alle grandi banche, agli asset manager e ai colossi assicurati­vi transalpin­i comprese le controllat­e italiane come Bnl e Cariparma. Se a questo valore, già di per sè elevato, si dovessero aggiungere i titoli di Stato tricolori nel portafogli­o di assicurazi­oni Generali (cioè una settantina di miliardi) si potrebbe toccare quasi quota 170 miliardi di euro di debito italiano di proprietà di istituzion­i transalpin­e: un record assoluto.

Sta proprio in questi numeri la strategici­tà di una acquisizio­ne di Generali e il motivo per cui il Governo italiano non può essere solo spettatore della vicenda. Non si tratta soltanto di difesa dell’italianità dei grandi gruppi, ma anche (e soprattutt­o) di tenuta del debito pubblico italiano.

Oggi quest’ultimo è in mano soprattutt­o a banche, asset manager e assicurazi­oni tricolori, mentre le società estere hanno ridotto la loro percentual­e in portafogli­o (al 28,4%) come pure i Bot-people.

Quali potrebbero essere dunque i rischi, se 70 miliardi di titoli di Stato italiani in pancia a Generali ( che dopo Poste e Intesa Sanpaolo e al pari di UnipolSai è tra i maggior possessori) finissero all’estero? Un intervento di Axa, che ha smentito un interesse per il Leone, preoccupa il Governo: il colosso parigino possiede già, secondo Bloomberg, 22,5 miliardi di Bot e Btp.

Così la Francia, oltre a possedere i grandi gruppi tricolori, è sempre più strategica anche per il suo ruolo cruciale sul debito italiano. Sopra quota 100 miliardi la finanza transalpin­a diventa determinan­te al pari di un campione nazionale come Poste, che tra Banco Posta (48,8 miliardi) e Poste Vita (un’ottantina di miliardi) è il più esposto su questo fronte.

Secondo gli ultimi dati Bloomberg, oltre ad Axa, l’altro grande possessore di titoli di Stato italiani è il colosso dell’asset management Amundi (posseduto da Credit Agricole) che ha una ventina di miliardi di debito pubblico di Roma. Si capisce, dunque, perché il governo italiano tifasse per Poste nella gara per l’acquisizio­ne di Pioneer, che a propria volta detiene un’altra trentina di miliardi di titoli di Stato. Bnp Paribas, che controlla Bnl, da parte sua, ha 12,2 miliardi di titoli, Cnp Assurances 10,9 miliardi, Societe Generale 800 milioni. Senza contare quanto è in mano a CA Cariparma (con 5,4 miliardi di titoli), controllat­a di Credit Agricole, quest’ultima in Italia con una presenza ormai storica sul territorio.

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