Gentiloni: ok alle regole Ue ma no a manovre depressive
Il premier incontra Rajoy: insieme su crescita e flessibilità in Europa Padoan: con procedura d’infrazione grande problema per l’Italia
pDa Madrid (dove ha incontrato il premier Rajoy) Gentiloni ha ribadito che l’Italia rispetterà le regole europee, ma senza manovre depressive per la crescita. Perché - secondo Padoan - bisogna evitare una procedura d’infrazione che sarebbe un grosso danno per la reputazione del Paese. Il premier ha concordato con la Spagna sull’importanza delle politiche di crescita e fessibiltà nella Ue.
p Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha chiarito che l’apertura di una procedura per debito eccessivo sarebbe negativa per l’economia italiana, perché provocherebbe sui mercati nuovi dubbi sulla solvibilità del paese. La presa di posizione è giunta mentre sulla stampa nazionale rimbalzano voci secondo le quali una parte della maggioranza governativa vedrebbe di buon occhio questa eventualità, fosse solo per cavalcare un certo euroscetticismo della società italiana.
«La procedura di infrazione sarebbe un grosso problema in termini di reputazione che in questo periodo recente (l’Italia, ndr) ha rafforzato e costruito. Una procedura di infrazione sarebbe quindi una inversione a U rispetto a quanto fatto» negli ultimi anni, ha detto ieri il ministro Padoan a margine dell’incontro dei ministri delle Finanze dell’Unione europea qui a Bruxelles. La presa di posizione è giunta in risposta a una specifica domanda della stampa.
Da alcuni giorni ormai, il go- verno italiano sta negoziando con le autorità comunitarie un accordo sul bilancio del 2017. La Commissione europea considera che vi sia un buco da colmare dello 0,2% del prodotto interno lordo e ha chiesto ragguagli a Roma. Il governo Gentiloni vuole evitare manovre impopo- lari, e ha ricordato all’esecutivo comunitario, tra le altre cose, che i recenti terremoti dovrebbero essere motivo per una certa magnanimità nell’applicare le regole europee.
Su questo fronte, lo stesso ministro Padoan ha messo in luce i suoi propositi: «Chiaramente, le spese ahimè necessarie per via dell’emergenza e per la ricostruzione saranno considerate: ci sarà un incremento delle spese e mi aspetto misure concrete da parte del governo già la prossima settimana, indipendentemente da come si risponderà alla richiesta della Commissione di fare un aggiustamento». Le trattative sono in corso, e l’esito rimane aperto.
La Commissione europea si dice ottimista su un’intesa. Il negoziato è complicato dal fatto che a Roma vi è la possibilità di elezioni anticipate. La maggioranza che sostiene il gover- no Gentiloni è divisa. C’è chi, cavalcando un certo euroscetticismo della società italiana, esclude d’emblée qualsiasi manovra di politica economica ed è pronto ad affrontare eventualmente una procedura per debito eccessivo. L’indebitamento italiano supera attualmente il 130% del Pil.
Sul fronte opposto, vi sono posizioni più realiste, come quella del ministro Padoan. Molti cercano un compromesso con Bruxelles, fosse solo per evitare una procedura di infrazione che comporterebbe, oltre a un danno di reputazione, anche un aumento sensibile dei rendimenti obbligazionari e quindi del costo del servizio del debito. «Accenti anti-europei ci sono sempre stati nel dibattito italiano, non sono una novità»”, ha detto sempre ieri qui a Bruxelles il ministro dell’Economia.
Mentre in Italia si discute ner- vosamente se e come adottare nuove misure di risanamento dei conti pubblici, qui a Bruxelles si continua a negoziare per trovare un qualche compromesso. «Aspettiamo che queste misure siano dettagliate», ha spiegato in una conferenza stampa il vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis, precisando: «Ci rendiamo conto che ci sono restrizioni al processo decisionale (in Italia, ndr), ma ci aspettiamo chiari impegni e misure dettagliate».
L’iter prevede che entro mercoledì Roma invii una risposta alla richiesta di ragguagli da parte di Bruxelles. Poi verrà pubblicato un rapporto sull’andamento del debito italiano da cui dipende l’eventuale apertura di una procedura. Intanto, sempre ieri, i ministri delle Finanze hanno approvato le raccomandazioni della Commissione. Come previsto, è stata annacquata, se non respinta, la proposta di aumentare il deficit aggregato della zona euro dello 0,5% del Pil pur di sostenere l’economia nel 2017.
LA RISPOSTA ITALIANA Entro mercoledì i chiarimenti alle obiezioni di Bruxelles. Il vicepresidente Dombrovskis: «Ci aspettiamo chiari impegni e misure dettagliate»