Il Sole 24 Ore

Pil Usa +1,6% ai minimi dal 2011

Trump e May: «Forte alleanza Washington-Londra, Brexit fantastica»

- Marco Valsania

pIl 2016 si è chiuso in frenata per l’economia americana. Secondo la prima stima la crescita del Pil nel quarto trimestre non ha superato l’1,9%, sotto le attese. Nell’intero anno la crescita è stata dell’1,6%, un punto in meno rispetto all’anno precedente e la più bassa dal 2011. A condiziona­re il risultato di fine anno è stato il brusco calo dell’export di soia che ha sottratto 1,7 punti alla crescita, al contrario di quanto era avvenuto nei mesi precedenti. Restano solidi, invece, consumi e investimen­ti. Nell’incontro con la premier britannica Theresa May, Trump ha confermato l’alleanza con Londra e si è detto «al 100% a favore della Nato».

pL ’economia americana ha terminato il 2016 con una frenata della crescita all’1,9% nel quarto trimestre. Il Pil degli Stati Uniti ha deluso le attese, pari al 2,2%, rimanendo ben al di sotto dell’accelerazi­one al 3,5% messa a segno nel corso del terzo trimestre. Il rallentame­nto, nonostante analisti e Federal Reserve si aspettino nuove schiarite nel 2017, porta alla ribalta le sfide davanti all’amministra­zione entrante di Donald Trump, che ha promesso di spingere l’espansione a correre del 4% con un mix di sgravi e riforme fiscali generalizz­ati, deregulati­on, piani infrastrut­turali e strette sul commercio. A dicembre, inoltre, gli ordini di beni durevoli sono scesi dello 0,4%, il se- condo declino mensile.

La crescita nell’intero 2016, ancor più, si è arrestata all’1,6% contro il 2,6% del 2015, il dato più debole dal 2011 e inferiore al già deludente +2,1% registrato in media tra il 2009 e oggi. Un’espansione da massimi storici per longevità ma da record negativi, almeno dal Secondo dopoguerra, per robustezza. Nonostante i mercati abbiano inscenato un rally dell’indice azionario Dow Jones oltre la quota psicologic­a dei ventimila punti e la Fed prescriva una manovra con fino a tre rialzi nei tassi d’interesse quest’anno.

Ad attenuare le preoccupaz­ioni per le oscillazio­ni nel Pil negli ultimi due trimestri è stato il “vizio” della combinazio­ne di un insolito e brusco aumento prima e calo poi nell’export di semi di soia. La bilancia commercial­e nel quarto trimestre ha sottratto 1,7 punti alla crescita dopo aver contribuit­o significat­ivamente nei tre mesi precedenti. Altre componenti sono parse più solide e incoraggia­nti: i consumi, oltre due terzi dell’attività economica, sono lievitati del 2,5% seppur me- no del 3% nel terzo trimestre; il settore immobiliar­e ha messo a segno una spesa del 10,2% dopo due flessioni; e soprattutt­o gli investimen­ti aziendali hanno marciato al ritmo del 2,4%, il terzo trimestre positivo consecutiv­o e l’impennata maggiore in oltre un anno grazie a scommesse su software e ricerca e sviluppo.

La riscossa di investimen­ti in passato deludenti viene oggi considerat­a da molti essenziale a sostenere qualunque accelerazi­one futura della crescita. Le scorte di magazzino delle im- prese hanno portato in dote un intero punto percentual­e al Pil. L’inflazione, stando all’indicatore dei prezzi legato ai consumi personali e seguito dalla Banca centrale, è lievitata del 2,2% ma depurata dalle categorie più’ volatili, alimentari e energia, è stata pari a un modesto 1,3% rispetto all’ideale target del 2 per cento. «Solida spinta nella domanda interna e pochi rischi inflazioni­stici» è stato il giudizio di Ryan Wang di Hsbc.

La tendenza di più lungo periodo della crescita, tuttavia, rima- ne poco brillante. Il Congressio­nal Budget Office, l’ufficio studi del Parlamento americano, ha in questi giorni reso note le nuove proiezioni per l’economia citando pressioni struttural­i generate da fenomeni quali il pensioname­nto della generazion­e dei baby boomers e il declino della produttivi­tà. Le stime: un Pil al passo del 2,3% quest’anno e poi nuovamente inchiodato all’1,9% nel 2018. Trump ieri, per tenere alti i temi di economia e posti di lavoro che l’hanno catapultat­o alla Casa Bianca, ha annunciato una nuova serie di incontri con leader manifattur­ieri, da Dow Chemical a Ge, battezzata Manufactur­ing Jobs Initiative.

IL TREND Nel quarto trimestre l’economia, penalizzat­a dal deficit commercial­e, ha registrato solo un incremento dell’1,9%

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