Se nasce un G2 come Reagan con Thatcher
Ènato un nuovo G2 ieri a Washington, quello fra la Gran Bretagna di Theresa May e gli Stati Uniti di Donald Trump. Non è un binomio da sottovalutare: 35 anni fa Ronald Reagan e Margaret Thatcher fecero un’alleanza politica che cambiò il mondo. Ieri, quando i due leader hanno parlato nella East Room di priorità per gli interessi dei lavoratori, di protezione dei confini, di bilateralismo spinto, abbiamo visto in embrione i denominatori comuni che legano la “Brexit” di May con l’America “grande” di Trump. Con un bonus importante: la May ha avuto un effetto calmante su Trump. Soprattutto, la Signora è stata una interprete/traduttrice perfetta del Trump pensiero, spesso contraddittorio e fuorviante perché ridotto a slogan, a frasi monche, a messaggi dettati più dalla ripicca che da una visione con orizzonti lontani. È stato grazie alla “traduzione” della May che su Russia, Messico, Nato, abbiamo avuto ieri notizie rassicuranti rispetto alle iperboli, alle incomprensioni, ai litigi di appena 24 ore fa.
Ieri insomma abbiamo visto una fotocopia delle promesse degli anni Ottanta in chiave 2017: il tentativo di rispondere alle sfide, alle insicurezze alle paure del nostro tempo puntando esclusivamente all’interesse interno delle rispettive nazioni e delle rispettive popolazioni. È stata la May ad aver dato con chiarezza la chiave di lettura di questo percorso comune che i due hanno aperto davanti a loro, quando ha detto senza esitare di sapere cosa unisce solidamente i due leader e il loro Paesi in questo momento storico: «Se guardate all’approccio dei nostri due Paesi, credo che una delle cose che abbiamo in comune sia quella di mettere al centro la difesa degli interessi dei lavoratori ordinari».