Boccia: la risposta al protezionismo deve essere europea
pPrima di tutto una presa d’atto: «Mi sembra che ci sia una tendenza potenziale, ma nemmeno tanto potenziale, a politiche neo protezionistiche». E poi il passo successivo: a queste scelte «possiamo rispondere solo come Europa». Vincenzo Boccia parla da Matera, in un convegno dedicato alla questione del credito alle imprese.
Ma non a caso è allo scenario globale e al nuovo trend della politica americana con il presidente Trump, che dedica le prime parole del suo discorso: anche affrontando una questione specifica come quella banche-imprese in una regione del Sud, in un’economia globalizzata bisogna allargare il raggio al «contesto internazionale».
Le problematiche che si presentano oggi infatti, iniziate già l’anno scorso con la Brexit, chiamano in causa l’Europa. «Se pensiamo di poter rispondere ai protezionismi degli altri con politiche nazionalistiche - ha affermato il presidente di Confindustria - abbiamo già perso la partita prima ancora di entrare in campo». Tanto più che «abbiamo una Brexit in atto».
In questo scenario «occorre recuperare capacità di progetto e di proposta» e «ridefinire il ruolo dell’Europa. Perché solo l’Europa, che è il mercato più ricco del mondo e ha un debito aggregato inferiore agli Stati Uniti può non solo reagire alle politiche neo-protezionistiche degli altri ma anche determinare shock positivi nell’economia».
Ci sono quindi due questioni sul tavolo, ha sottolineato il numero uno di Confindustria: una è interna e riguarda il rapporto tra Italia ed Europa. La Ue ha chiesto al nostro paese una correzione sul bilancio pubblico: «Mi sembra comunque che il dibattito verta su una correzione della manovra di pochi decimali», ha detto Boccia, rispondendo ad una domanda dei giornalisti anche sulla situazione dei conti pubblici.
IL RISCHIO DI ESCALATION «Se pensiamo di poter rispondere con politiche nazionalistiche abbiamo già perso», tanto più che «abbiamo una Brexit in atto»
Un’altra è la «grande questione di un’Europa per la crescita, che sappia reagire in rapporto al mondo». Mentre la Bce sta realizzando una politica monetaria espansiva, ha continuato, la Ue si muove in direzione anticiclica.
Neo-protezionismo e Brexit rischiano di penalizzare soprattutto l’Italia, che è un Paese manifatturiero, il secondo Paese industriale d’Europa dopo la Germania. A maggior ragione occorre rilanciare la produttività, specie nel nostro paese, e andare avanti sulla governance e sull’azione europea.