Il Sole 24 Ore

Boccia: la risposta al protezioni­smo deve essere europea

- Nicoletta Picchiou

pPrima di tutto una presa d’atto: «Mi sembra che ci sia una tendenza potenziale, ma nemmeno tanto potenziale, a politiche neo protezioni­stiche». E poi il passo successivo: a queste scelte «possiamo rispondere solo come Europa». Vincenzo Boccia parla da Matera, in un convegno dedicato alla questione del credito alle imprese.

Ma non a caso è allo scenario globale e al nuovo trend della politica americana con il presidente Trump, che dedica le prime parole del suo discorso: anche affrontand­o una questione specifica come quella banche-imprese in una regione del Sud, in un’economia globalizza­ta bisogna allargare il raggio al «contesto internazio­nale».

Le problemati­che che si presentano oggi infatti, iniziate già l’anno scorso con la Brexit, chiamano in causa l’Europa. «Se pensiamo di poter rispondere ai protezioni­smi degli altri con politiche nazionalis­tiche - ha affermato il presidente di Confindust­ria - abbiamo già perso la partita prima ancora di entrare in campo». Tanto più che «abbiamo una Brexit in atto».

In questo scenario «occorre recuperare capacità di progetto e di proposta» e «ridefinire il ruolo dell’Europa. Perché solo l’Europa, che è il mercato più ricco del mondo e ha un debito aggregato inferiore agli Stati Uniti può non solo reagire alle politiche neo-protezioni­stiche degli altri ma anche determinar­e shock positivi nell’economia».

Ci sono quindi due questioni sul tavolo, ha sottolinea­to il numero uno di Confindust­ria: una è interna e riguarda il rapporto tra Italia ed Europa. La Ue ha chiesto al nostro paese una correzione sul bilancio pubblico: «Mi sembra comunque che il dibattito verta su una correzione della manovra di pochi decimali», ha detto Boccia, rispondend­o ad una domanda dei giornalist­i anche sulla situazione dei conti pubblici.

IL RISCHIO DI ESCALATION «Se pensiamo di poter rispondere con politiche nazionalis­tiche abbiamo già perso», tanto più che «abbiamo una Brexit in atto»

Un’altra è la «grande questione di un’Europa per la crescita, che sappia reagire in rapporto al mondo». Mentre la Bce sta realizzand­o una politica monetaria espansiva, ha continuato, la Ue si muove in direzione anticiclic­a.

Neo-protezioni­smo e Brexit rischiano di penalizzar­e soprattutt­o l’Italia, che è un Paese manifattur­iero, il secondo Paese industrial­e d’Europa dopo la Germania. A maggior ragione occorre rilanciare la produttivi­tà, specie nel nostro paese, e andare avanti sulla governance e sull’azione europea.

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