Il Sole 24 Ore

Lo sconto di 0,1% per le spese sismiche, i tempi e la «manutenzio­ne contabile»

LE IPOTESI DI ROMA PER LA RISPOSTA ALLA UE

- Di Marco Rogari e Gianni Trovati

Evitare la procedura di infrazione senza ricorrere alla classica manovra correttiva. L’obiettivo del governo (anticipato sul Sole 24 Ore nei giorni scorsi) è stato confermato ieri sia dalle parole del premier Paolo Gentiloni da Madrid e dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan da Bruxelles, dove ieri si è tenuto l’Ecofin.

La traduzione pratica di questo obiettivo, sempre secondo il calendario del governo, arriverà nel cantiere del Def, ad aprile.

Fin qui la strategia, che per essere perseguita fino in fondo ha bisogno però anche di un passo dell’Europa. La ormai famosa lettera della commission­e, a cui il governo italiano è chiamato a rispondere entro mercoledì, chiede infatti un aggiustame­nto pari a due decimali di Pil, cioè 3,4 miliardi. Cifra difficile da raggiunger­e senza un correttivo vero e proprio.

La strada più semplice della «manutenzio­ne contabile», che passa da una rimodulazi­one dei fondi di bilancio senza dare l’idea di un intervento di emergenza, è invece più facile da percorrere se il con- to europeo dovesse dimezzarsi, attestando­si a un decimale di Pil (1,7 miliardi). Le ipotesi per arrivare a questo risultato sono al momento più d’una, e sono in fase di studio da parte dei tecnici in vista della risposta da indirizzar­e alla commission­e la prossima settimana. Nella lettera si affermerà che l’Italia non violerà i parametri europei, anche per evi- tare costi aggiuntivi nel servizio al debito determinat­i da una crisi di fiducia sui nostri titoli, ma si ribadirà anche che la crescita non può essere sacrificat­a. A rafforzare questa impostazio­ne, il documento italiano dovrebbe tornare a ribadire due aspetti: i «fattori rilevanti», cioè la crescita ancora debole e la deflazione che nel 2016 ha aiutato a spingere il peso del debito, e le «circostanz­e eccezional­i», rappresent­ate dal terremoto infinito del Centro Italia e dal fenomeno migranti.

Il confine fra spese «eccezional­i» e «struttural­i», in realtà, va ancora tracciato con precisione. Oltre alle spese per emergenza e ricostruzi­one, infatti, nell’ottica italiana il terremoto impone anche impegni di tipo «struttural­e» all’interno del programma di prevenzion­e antisismic­a: tema già dibattuto e in parte riconosciu­to dalla stessa commission­e Ue a novembre, nell’esame del nostro progetto di bilancio, e tornato ulteriorme­nte di attualità dopo le scosse delle scorse settimane. Alla luce di questi aspetti, l’Italia dovrà dettagliar­e le eventuali contromisu­re da prendere comunque.

La partita sui decimali è comunque in pieno svolgiment­o, e la risposta definitiva arriverà solo il mese prossimo. Se questa andrà incontro almeno in parte alle richieste italiane, sarà possibile evitare misure di diretto impatto sui conti dei cittadini, tanto più indigeste dopo che la semi-bocciatura dell’Italicum da parte della Consulta sembra aver accelerato la corsa verso le elezioni. Anche in questo caso, non è escluso che il mini-aggiustame­nto possa passare da un decreto legge, ma in ogni caso dopo il via libera al Def.

LA PARTITA NEL DEF Gli elementi decisivi della «trattativa» evocata da Gentiloni per dimezzare e diluire i 3,4 miliardi di aggiustame­nto richiesto

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