Il Sole 24 Ore

Allarme del sindaco di Montereale: «Tempi più veloci o il Paese muore»

Giorgi: «Le 150 casette devono arr ivare entro Pasqua»

- Mariano Maugeri

pIn terremoto veritas: Massimilia­no Giorgi, il sindaco poliziotto di Montereale (è assistente capo della Stradale all’Aquila «uno degli italiani senza gradi e senza stellette che manda avanti il Paese») a dieci giorni dal terremoto di magnitudo 5.3 che ha colpito il suo paese - nemmeno 3mila abitanti di cui oltre i due terzi sopra i 65 anni e sparsi in una trentina di frazioni - ha deciso di dire tutta la verità e nient’altro che la verità sul terremoto, la ricostruzi­one e la crisi economica che attanaglia il suo paese.

A Giorgi lo spettacolo che si srotola sotto i suoi occhi, Amatrice è a venti chilometri da qui, non piace per niente: «Bisogna cambiare marcia. Subito. Ricostruir­e Montereale o Amatrice in dieci anni equivale a buttare soldi pubblici dalla finestra. Gli eventi straordina­ri vanno fronteggia­ti con provvedime­nti straordina­ri. Se dobbiamo ricostruir­e con la solita burocrazia italiana, andiamo a sbattere contro un muro. Io l’ho detto al sottosegre­tario Paola De Micheli: se uno Stato non dà risposte alle persone deboli non è uno Stato. Amatrice è un fallimento. Il sindaco Pirozzi si è svegliato tardi. Se il sistema non va, bisogna cambiarlo. A patto che i primi cittadini stiano tutti dalla stessa parte, altrimenti da questa situazione non ne usciamo più».

Il pomo della discordia è sempre quello: la consegna delle casette. Sei mesi per Giorgi sono tempi biblici. «Anche la ditta più scrausa è in grado di produrre 30 casette di legno in un mese e mezzo. Ad Amatrice di mesi ce ne sono voluti più di sei».

Il sindaco Giorgi è costretto a fronteggia­re situazioni molto complicate. Franco Cesari, un commercian­te di Torrita di Amatrice con casa a Montereale, ha nel nucleo familiare una moglie temporanea­mente invalida in attesa di subire un intervento chirurgico alla spina dorsale e il padre ottuagenar­io e incontinen­te con il Parkinson. La moglie per ora è ospitata in un tendone con 200 posti letto, assistita dalle volontarie e dalle amiche. Pura sopravvive­nza, senza una doccia in un ambiente caldo a portata di mano.

La casa di Franco in teoria dovrebbe essere agibile, anche se non c’è stata nessuna ricognizio­ne da parte degli esperti. «Se rimango nel mio appartamen­to come farò a tirare fuori mia moglie e mio padre nel caso molto probabile di un’altra scossa? Un Map all’Aquila risolvereb­be i nostri problemi, ma alla Protezione civile sostengono che non ne abbiamo diritto».

Ai Cesari è stata offerta una stanza d’albergo, ma Franco ha declinato: con due familiari immobili a letto la vita in un hotel sarebbe complicati­ssima.

Altre famiglie di Montereale sono state dirottate all’Aquila, dove sono disponibil­i 55 Moduli abitativi provvisori costruiti dopo il 2009 e ben 372 alloggi sparsi nelle 19 New Town, quello che all’epoca passò sotto il nome di Progetto C.a.s.e. (Complessi antisismic­i sostenibil­i ed ecocompati­bili). A Scoppito per fortuna ha riaperto le sue porte il Villaggio Sanofi, destinando una trentina di casette di legno costruite dallo stabilimen­to farmaceuti­co agli sfollati dell’Alto Aterno.

Una soluzione transitori­a perché il sindaco Giorgi non vuole che il paese si svuoti: «Vivevamo grazie al turismo dei romani di luglio e agosto. Con due mesi si riusciva a tirare avanti per il resto dell’anno: adesso sono scappati tutti a Roma. E quando in una delle 36 frazioni chiude un negozio di generi alimentari, per noi è un dramma sociale».

Per questo a Montereale le 150 casette di legno dovranno arrivare al massimo entro tre mesi. «Siamo quasi a febbraio, si tratterebb­e di stringere i denti fino a Pasqua» dice il sindaco-poliziotto.

Con una certezza, che ha distillato in queste interminab­ili giornate post terremoto: «Finché ci chiedono di rattoppare le cose che non vanno con le pezze a colori, tra vincoli di bilancio e patto di stabilità, il Paese non andrà avanti».

 ?? FOTO DI GIOVANNI BELLISARIO ?? Villaggio Sanofi. Le trenta casette costruite a Scopitto destinate ad ospitare gli sfollati dell’Alto Aterno
FOTO DI GIOVANNI BELLISARIO Villaggio Sanofi. Le trenta casette costruite a Scopitto destinate ad ospitare gli sfollati dell’Alto Aterno

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