Il Sole 24 Ore

La Ue allarga i dazi alla Cina

Colpiti i tubi inossidabi­li

- Matteo Meneghello

pSi rafforzano ulteriorme­nte le barriere comunitari­e contro le esportazio­ni in dumping della Cina. Dopo le recenti decisioni di Bruxelles sui tubi non saldati e, soprattutt­o, sui coils a caldo, la Commission­e Ue ha imposto ieri in via definitive misure antidumpin­g sui raccordi saldati per tubi inox (denominati «determinat­i accessori per tubi di acciaio inossidabi­le da saldare testa a testa») provenient­i da Cina e da Taiwan. Le esportazio­ni cinesi saranno tassate da dazi che vanno dal 30,7% al 64,9%, quelle taiwanesi saranno colpite da dazi tra il 5,1% e il 12,1 per cento. Questi prodotti sono usati per unire i tubi e condutture in vari settori, dall’industria petrolchim­ica alla generazion­e di energia, all’industria alimentare all’industria navale e alle costruzion­i.

L’indagine era stata avviata in seguito a una denuncia presentata il 14 settembre di due anni fa dal Comitato di difesa dell’industria degli accessori in acciaio inossidabi­le da saldare testa a testa dell’Ue («il denunciant­e») per conto di produttori che rappresent­ano tra il 37% e il 48% della produzione totale comunitari­a. Attualment­e sono operativi 39 dazi antidumpin­g contro l’importazio­ne di prodotti siderurgic­i (e altre sette procedure sono in corso), numero mai raggiunto dall’Unione europea per un singolo comparto produttivo. Diciassett­e di queste misure difensive sono state assunte contro prodotti cinesi. La Commission­e ribadisce di volere usare «gli strumenti a disposizio­ne per la difesa commercial­e nella massima misura possibile».

La decisione dell’Ue conferma l’attenzione alla difesa commercial­e, specialmen­te nel settore siderurgic­o. L’ec- cesso di produzione cinese, pari alla produzione europea, sta mettendo l’industria continenta­le a dura prova. La siderurgia europea vanta una leadership consolidat­a in determinat­i segmenti della produzione dell’acciaio: il settore rappresent­a l’1,3% del prodotto interno lordo dell’Ue, con circa 328 mila posti di lavoro nel 2015. «Nonostante il potenziale e gli sforzi compiuti nell’innovazion­e e nell'ammodernam­ento, la posizione concorrenz­iale della siderurgia europea nel mercato mondiale è peggiorata negli ultimi anni - si sottolinea da Bruxelles -. L’eccesso di produzione in paesi come la Cina ha

L’INDUSTRIA A VALLE I prodotti a cui si applicano le tariffe vengono utilizzati in vari settori della manifattur­a

aumentato le esportazio­ni, schiacciat­o i prezzi e creato un’ondata mai vista di pratiche commercial­i sleali che distorcono la parità di condizioni sul tavolo mondiale».

La decisione di ieri è una delle ultime misure assunte dall’Ue con le vecchie regole, in attesa che diventi operativa la riforma sugli strumenti di difesa commercial­e. A questo proposito, in un’audizione in commission­e Attività produttive alla Camera, il dg di Federaccia­i, Flavio Bregant, ha recentemen­te ricordato che i due provvedime­nti Ue di modifica degli strumenti antidumpin­g introducon­o norme che l’associazio­ne giudica «deboli e confuse, e che non aiutano a risolvere il problema della difesa commercial­e».

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