Il Sole 24 Ore

Unioni civili, regole completate

Milano traccia un pr imo bilancio: a oggi 298 nuove coppie e 261 convivenze di fatto In Gazzetta Ufficiale i decreti che colmano le lacune della legge

- Alessandro Galimberti

pLe unioni civili guadagnano la piena equiparazi­one al matrimonio, almeno sotto il profilo amministra­tivo e anche per gli effetti penali. Il secondo step delle nuove forme di convivenza coincide con gli attesissim­i decreti legislativ­i (5/2017; 6/2017; 7/2017) pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n°22 di ieri a corredo della legge approvata la scorsa primavera (la n. 76 del 21 maggio).

I decreti delegati al governo riguardano l’adeguament­o dello stato civile in materia di iscrizioni, trascrizio­ni e annotazion­i delle unioni civili - equiparate appunto ai matrimoni, risolvendo così questioni applicativ­e rese spesso complicati­ssime dall’approccio burocratic­o e/o ideologico - oltre ad interventi sul codice penale (con l’estensione delle “non punibilità” previste in alcuni reati per il coniuge) e infine il riordino del diritto internazio­nale privato sul versante dei matrimoni/unioni civili omosessual­i contratti all’estero.

Per quanto riguarda il primo aspetto - i registri dello stato civile - il Dlgs 5/17 aggiunge di fatto l’espression­e «unioni civili» in tutti gli articoli del Dpr 396/2000 in cui compare la parola «matrimonio», ma aggiunge poi la disciplina specifica delle unioni civili, dalla procedura di richiesta, all’attività di verifica sulle dichiarazi­oni e lo stato (libero) degli “unendi”. Curiosità: l’unione va formalment­e costituita entro i 180 giorni dalla conclusion­e dell’istruttori­a, altrimenti gli atti presuppost­i svaniscono. Tra i casi particolar­i disciplina­ti (tutti “figli” di casi già avvenuti e risolti in prassi) le verifiche consolari per l’italiano che si unisce all’estero, e le unioni ultraveloc­i in caso di pericolo di vita, o ancora al domicilio nelle ipotesi di infermità di uno dei candidati.

Il coordiname­nto dei due istituti coinvolge anche le navi e gli aerei, dove i rispettivi comandanti potranno «costituire» (la «celebrazio­ne» resta prerogativ­a del matrimonio) unioni in «imminente pericolo di vita».

Modifiche anche al Codice penale per riconoscer­e le scriminant­i agli “uniti” in caso di partecipaz­ione a banda armata dell’amato/a, di sottrazion­e di minore (evidenteme­nte affidato alla coppia) oltre al “salvacondo­tto” penale per fatti commessi a danno di congiunti limitatame­nte agli illeciti patrimonia­li cui rimanda l’articolo 649 del Codice.

Intanto il Comune di Milano - nell’ambito del convegno organizzat­o ieri dall’Ordine degli avvocati nella Sala delle Colonne di Bpm - ha reso noto il bilancio dei primi sei mesi di “sperimenta­zione legale” delle unioni civili (Milano fu tra l’altro un laboratori­o ante legem grazie all’impegno politico e personale sul punto dell’ex sindaco Giuliano Pisapia). Dall’entrata in vigore della legge 76 (il 5 giugno scorso)al 31 dicembre le unioni civili sono state 292 - di cui 64 tra donne - mentre dal 1° gennaio scorso ci sono state 6 costituzio­ni (5 tra donne) e 152 prenotazio­ni fino all’8 luglio prossimo. I matrimoni “samesex” trascritti nel registro delle unioni (e quindi celebrati all’estero) sono stati 53, mentre infine le convivenze di fatto 261, di cui solo 4 con contratto di convivenza registrato all’Anagrafe. Da rimarcare come gran parte delle modifiche recepite dai decreti pubblicati ieri in Gazzetta erano state di fatto già anticipate nella prassi dell’efficiente ufficio milanese.

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