Da Pompei a Roma i monumenti crollano
Dal 2015 cerca di rimettersi a nuovo e per una buona parte c’è riuscito, ma non è indenne dai crolli. A Pompei ieri è venuto giù un altro pezzo di vestigia. Si tratta di una parete di circa un metro e mezzo di un cubicolo che si affaccia sull’atrio della casa del Pressorio di terracotta, nei pressi della casa del Citarista.
Antichità a rischio anche a Roma, dove si è sbriciolata una piccola porzione di Mura Aureliane, anch’esse non nuove a crolli.
Il danno verificatosi a Pompei è stato riscontrato ieri mattina durante i sopralluoghi del personale di custodia. Il muro crollato si trova in una parte del sito archeologico che ancora non è stato interessato dai lavori di messa in sicurezza previsti dal Grande progetto Pompei, l’intervento partito nel 2015 e fi- nanziato con 105 milioni di euro, in gran parte sostenuti dall’Unione europea.
Nella Regio I, dove si trova la casa del Pressorio di terracotta, così come nella Regio II, i lavori di consolidamento non sono potuti partire a causa di un ricorso al Tar presentato lo scorso anno da un’impresa esclusa dalla gara. Come precisa una nota di ieri della soprintendenza, si tratta delle ultime Regiones in attesa degli interventi programmati dal Grande progetto, che invece ha già interessato le altre aree del sito.
Quelli previsti sulle due Regiones sono lavori che riguardano - ha sottolineato Massimo Osanna, direttore di Pompei - «il ristabilimento delle capacità statiche e di integrazione delle murature, il ripristino di creste murarie, la manutenzione e sostituzione di architravi degradati, il preconsolidamento degli apparati decorativi parietali e pavimentali».
Un tecnico verifica la tenuta delle pareti vicino al muro crollato ieri che si affaccia sull’atrio della casa del Pressorio di terracotta, nei pressi della casa del Citarista
Considerata la fragilità delle zone del sito ancora da restaurare, secondo Osanna il crollo avvenuto ieri è, dunque, «fisiologico» e «rischia di ridimensionare l’immenso lavoro finora portato a compimento e ancora in corso in tutta l’area archeologica».
Anche il cedimento avvenuto nella capitale ha riguardato un pezzo di patrimonio molto delicato, non solo per la sua età, ma anche perché non nuovo a episodi del genere. Prima del crollo della porzione di Mura Aureliane verificatosi ieri in viale del Policlinico, già in passato c’erano stati danni alla cinta muraria in altre parti della città.
Nel 2007, per esempio, non aveva retto il peso del tempo e soprattutto della mancanza di lavori di restauro e consolidamento un tratto di Mura Aureliane lungo viale Pretoriano, nei pressi del quartiere San Lorenzo. Ora quel danno è stato riparato e la parte del monumento messa in sicurezza. Ma ci sono altre porzioni delle mura che continuano a dare segni di debolezza.