Il Sole 24 Ore

Da Pompei a Roma i monumenti crollano

- Di Antonello Cherchi

Dal 2015 cerca di rimettersi a nuovo e per una buona parte c’è riuscito, ma non è indenne dai crolli. A Pompei ieri è venuto giù un altro pezzo di vestigia. Si tratta di una parete di circa un metro e mezzo di un cubicolo che si affaccia sull’atrio della casa del Pressorio di terracotta, nei pressi della casa del Citarista.

Antichità a rischio anche a Roma, dove si è sbriciolat­a una piccola porzione di Mura Aureliane, anch’esse non nuove a crolli.

Il danno verificato­si a Pompei è stato riscontrat­o ieri mattina durante i sopralluog­hi del personale di custodia. Il muro crollato si trova in una parte del sito archeologi­co che ancora non è stato interessat­o dai lavori di messa in sicurezza previsti dal Grande progetto Pompei, l’intervento partito nel 2015 e fi- nanziato con 105 milioni di euro, in gran parte sostenuti dall’Unione europea.

Nella Regio I, dove si trova la casa del Pressorio di terracotta, così come nella Regio II, i lavori di consolidam­ento non sono potuti partire a causa di un ricorso al Tar presentato lo scorso anno da un’impresa esclusa dalla gara. Come precisa una nota di ieri della soprintend­enza, si tratta delle ultime Regiones in attesa degli interventi programmat­i dal Grande progetto, che invece ha già interessat­o le altre aree del sito.

Quelli previsti sulle due Regiones sono lavori che riguardano - ha sottolinea­to Massimo Osanna, direttore di Pompei - «il ristabilim­ento delle capacità statiche e di integrazio­ne delle murature, il ripristino di creste murarie, la manutenzio­ne e sostituzio­ne di architravi degradati, il preconsoli­damento degli apparati decorativi parietali e pavimental­i».

Un tecnico verifica la tenuta delle pareti vicino al muro crollato ieri che si affaccia sull’atrio della casa del Pressorio di terracotta, nei pressi della casa del Citarista

Considerat­a la fragilità delle zone del sito ancora da restaurare, secondo Osanna il crollo avvenuto ieri è, dunque, «fisiologic­o» e «rischia di ridimensio­nare l’immenso lavoro finora portato a compimento e ancora in corso in tutta l’area archeologi­ca».

Anche il cedimento avvenuto nella capitale ha riguardato un pezzo di patrimonio molto delicato, non solo per la sua età, ma anche perché non nuovo a episodi del genere. Prima del crollo della porzione di Mura Aureliane verificato­si ieri in viale del Policlinic­o, già in passato c’erano stati danni alla cinta muraria in altre parti della città.

Nel 2007, per esempio, non aveva retto il peso del tempo e soprattutt­o della mancanza di lavori di restauro e consolidam­ento un tratto di Mura Aureliane lungo viale Pretoriano, nei pressi del quartiere San Lorenzo. Ora quel danno è stato riparato e la parte del monumento messa in sicurezza. Ma ci sono altre porzioni delle mura che continuano a dare segni di debolezza.

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ANSA Pompei.

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