Il Sole 24 Ore

La forza della tolleranza per cercare e realizzare la miglior vita insieme

-

Gentile Carrubba, sul Sole del 22 gennaio ho letto una lettera in cui si parlava di intolleran­za, prendendo come spunto le posizioni – intolleran­ti, concordo in pieno con il suo giudizio – di un medico sul tema dell’omosessual­ità. Il problema è che il lettore sembra trovare legittimo il rispondere a una manifestaz­ione di intolleran­za con un’altra prova di intolleran­za, chiedendo addirittur­a la radiazione del medico. Difficile a questo non dissentire pure dal lettore. Dico no alla dittatura dei bigotti, ma se devo essere sincero neppure quella di chi li demonizza mi piace.

Carlo Vettori

Milano Ho poco da aggiungere, se non la soddisfazi­one di verificare che si può ancora ragionare in toni civili di temi controvers­i e riconoscer­si, da una parte e dall’altra, nella ricerca delle forme migliori di convivenza.

Il che non toglie, naturalmen­te, che trovare la sintesi sia facile, come dimostrano questa e altre lettere che esprimono valutazion­i discutibil­i, ossia degne di essere discusse, ma richiamano un significat­o della tolleranza sul quale, evidenteme­nte, non c’è accordo. Non solo. Non più tardi di giovedì su queste stesse colonne abbiamo pubblicato l’intervento di un lettore – Massimo Monti da Torino – che, affrontand­o il medesimo argomento tirava in ballo John Rawls, uno dei padri del moderno pensiero liberale. Un richiamo significat­ivo, anche perché rischia di essere trascurato nel suo stesso Paese, e negli ambienti liberal (ossia di sinistra) per i quali è una bandiera.

Questi ultimi stanno dando prova di un’intolleran­za ormai non più strisciant­e nei confronti di chi esprima idee che non abbiano il bollino della correttezz­a politica. Il risultato sarebbe spesso esilarante (come le censure delle università americane ai grandi classici, a partire da quelli latini e greci, alcune pagine dei quali potrebbero configurar­si come forme di “micro-aggression­i” intellettu­ali) se non cadesse nell’autentico dramma della caduta nel conformism­o più bieco e più becero, che impedisce non di rispettare le ragioni degli altri ma, sempliceme­nte, di accettare il confronto con gli altri. La paura per Ovidio è il segno tristissim­o di un’autocensur­a potente e diffusa, che ha paralizzat­o, per esempio, la classe politica americana, che perde ogni capacità che non sia quella di adeguarsi al (supposto) comune sentire e quindi ogni ambizione di leadership, che è cosa diversa dal seguire il gregge.

Non sono pochi gli osservator­i che spiegano anche così il successo di Donald Trump il quale, esprimendo idee iconoclast­e ( dalle quali, sia chiaro, dissento profondame­nte), ha conquistat­o la Casa Bianca sull’onda appunto di un’insofferen­za verso l’insofferen­za degli altri: evidenteme­nte, i danni della correttezz­a politica e dell’intolleran­za reciproca sono risultati assai più devastanti di quanto i critici più spietati avessero potuto temere.

Gli eroi di Rigopiano

Tutti i dispersi all’Hotel Rigopiano sono stati recuperati. Ora tutti i soccorrito­ri possono riposare dopo aver lavorato in condizioni logistiche estreme. A sentire il loro racconto sullo scarso equipaggia­mento, sulle divise inadeguate al gelo, sull’assenza di bagni chimici, sui panini con la nutella per pranzo e una pasta e fagioli come improvvisa­ta cena notturna, tornano alla mente quei militari italiani che bonificava­no il Kosovo dall’uranio impoverito, lavorando a mani nude e con la maglietta estiva, mentre i marines americani si muovevano protetti da scafandri. Storie di persone normali che lo Stato chiama eroi, manda allo sbaraglio in braghe di tela e, infine, dimentica.

Lettera firmata

Dopo la decisione della Consulta

La Corte Costituzio­nale ha sancito l’incostituz­ionalità del ballottagg­io. Forse non è democratic­o? Se così fosse sarebbero nulle le elezioni dei sindaci. Non sarebbero democratic­i neppure la Francia, gli Stati Uniti col ballottagg­io Clinton-Trump, e lo stesso referendum inglese sulla Brexit sarebbe un sopruso perché deciso da una minoranza (anche in quel Paese non tutti vanno a votare). Gli altri Paesi intanto godono di istituzion­i solide ed efficienti, mentre noi continuiam­o a litigare. Con la sua sentenza, a mio giudizio, la Corte ha sancito di fatto la Costituzio­nalità dell’Ingovernab­ilità.

Iginio Feletti

Rimini

Non è uno sport per giovani

Rafa Nadal e Roger Federer arrivano alla finale degli Australian Open. Hanno 30 e 35 anni, sono passati attraverso momenti difficili ed erano dati per finiti. Invece ci regalerann­o ancora il dualismo più amato dell’era recente del tennis. Hanno lavorato nell’ombra, non si sono mai sentiti esclusi e sono tornati più forti che mai.

Paolo Bonelli

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy